(This Is Core Music, 2011)
01. Sentenced
02. When I’ll Close My eyes
03. Pull the Trigger
04. We Are
05. My Reason, My Fire
06. …and Nothing Else Shall Remain
07. Cash-O-Crazy
08. One Last Trip
09. Moderns
10. Dream Pt.9
Avevamo conosciuto gli Screaming Eyes non più di un anno fa, tramite l’EP intitolato Still Breathing, prontamente recensito dal sottoscritto. Quello che aveva colpito dell’EP in sé era che, nonostante si trattasse di una prova sulla breve distanza, la produzione del disco era stata affidata a Ettore Rigotti, figura di spicco dietro al progetto Disarmonia Mundi e fra i più affermati produttori in area italiana. A qualche mese di distanza i nostri tornano, agguerriti come e più di prima, per la prova sulla lunga distanza, primo vero banco di prova per una band che, pur essendo in piedi da più di dieci anni (con i dovuti split e cambi di formazione), non è mai andata oltre alla dimensione del demo o del già citato EP.
Va subito detto che, come in moltissimi altri casi da qualche anno a questa parte, l’originalità compositiva non è certamente uno dei requisiti sul quale la band decide di fare perno. Il genere proposto, sommariamente in linea con quanto era stato presentato in precedenza, è un furioso metalcore che sconfina spesso e volentieri nel deathcore. Questo non vuole necessariamente significare che i due generi non abbiano visto in passato esempi convincenti e talvolta coraggiosi di scelte personali applicate al proprio stile musicale. Tuttavia, è anche vero che sono numerosi e consistenti i cliché del genere presenti anche in questo album. Vi sono tonnellate di breakdowns, per esempio, e le parti in screaming/growling fanno certamente la parte del leone se confrontate con le (a mio parere molto più varie, ben strutturate e, soprattutto, convincenti!) parti melodiche. La ricerca dell’impatto sonoro e del riff pesante, più che della finezza chitarristica o vocale, è quella che va per la maggiore in questo caso. Rimangono tuttavia diversi punti in cui gli spunti personali dei vari componenti arrivano in soccorso all’ascoltatore e si pongono in risalto rispetto al “solito” ritmo di ultra-violenza: un esempio sono le parti rallentate di “Pull the Trigger” e “One Last Trip”, entrambe inframezzate da echi melodici.
Per il resto, pur mantenendo alta la qualità di produzione, in dieci pezzi (di cui uno, “…And Nothing Shall Remain”, strumentale) per poco più di quaranta minuti di durata c’è piuttosto poco da aggiungere. È vero che spesso le recensioni di un medesimo disco finiscono per assomigliarsi, ma questo succede in parte quando anche i vari dischi cominciano ad essere fra loro simili. Questo è parzialmente il caso degli Screaming Eyes che, perdurando sulla strada di band quali As I Lay Dying, Unearth e compagnia (ma potremmo citare anche gli italiani Novel of Sin o i Desire Before Death) finiscono per perdere in parte la propria personalità. Peccato e, speranzosamente, alla prossima!
Voto: 5,5