(Alerta Antifascista Records, 2013)
1. Ebola
2. Last Cold Word
3. In The Wall
4. Hyena
5. Leitmotif
6. Trepanation Nation
Prendete una nuova formazione tedesca costituita interamente da membri di altre band più o meno famose all’interno del circuito punk-hardcore tedesco ed inglese (Hammerhead, Tumult, Daskrill, Throats), aggiungete una produzione eccelsa, basata su suoni di chitarra calibrati e soprattutto di basso davvero grandiosi, fate uscire il tutto per una delle più attente realtà discografiche dell’Europa “da centro sociale” come Alerta Antifascista Records, ed avrete semplicemente confezionato l’album hardcore dell’anno.
Non tutto è oro quel che luccica però, e nonostante le convincenti premesse con cui si presenta questo Hyena, dopo vari e ripetuti ascolti non possiamo che ritenerci solo parzialmente soddisfatti, o insoddisfatti a seconda dei punti di vista, dal secondo album dei Serpent Eater. A mancare palesemente sono anzitutto le strutture repentine e le dinamiche brucianti che caratterizzano di norma un prodotto appartenente alle categorie sopraindicate, mettendo in mostra piuttosto in questo caso canzoni dal minutaggio medio-lungo, ma basate inesorabilmente sempre sulle stesse soluzioni, peraltro abbastanza impacciate. Tra “Ebola” e “Last Cold Word” per esempio, faticherete a trovare sostanziali differenze, sembrando l’una il prolungamento dell’altra e presentando quale cavallo di battaglia dei lunghi riff sorretti dalla doppia cassa del drummer CM, trovata questa già piuttosto insolita per un settore musicale in genere incentrato più su velocità ed arroganza che sulla pesantezza, più consona a gruppi doom-sludge e post-metal. “In The Wall” procede costante sulle stesse coordinate, con tutti i suoi riff plettrati, qualche stacco per stupire e, finalmente, qualche up-tempo incalzante che fa scuotere con soddisfazione il nostro capoccione, ma anche in questo caso i Serpent Eater risultano titubanti ed incapaci di sciogliere finalmente le briglie compositive che bloccano invece tutte le canzoni sentite fin’ora. È con la titletrack che si iniziano a fiutare i primi segni di cambiamento, annunciati senza tante cerimonie dal blast-beat ad inizio song che risveglia letteralmente l’ascoltatore dal torpore in cui era calato fino a questo punto: un intelligente break centrale in acustico aggiunge soluzioni inusitate al carniere compositivo della band, prima che questa torni però inesorabilmente ad un low-tempo ormai familiarissimo al termine del pezzo. Solamente “Leitmotif” e “Trepanation Nation” risvegliano istinti sopiti grazie ai loro beats hardcore (la prima) e ascrivibili al grind-core (la seconda), suscitando però qualche dubbio sulla scelta un po’ ruffiana di chiudere l’album con le uniche due tracce figlie del genere d’origine dei Serpent Eater.
Non vi sbagliate: Hyena non risulta insufficiente perché estraneo alle normali logiche di un’etichetta come Alerta Antifascista. Sono state diverse infatti le voci “fuori dal coro” che hanno prodotto interessanti lavori con pochi, se non nulli, punti di contatto con la scena –core odierna: è proprio la scarsa dinamicità e la pochezza del guitar-work ad affossare il nostro giudizio su questo album. Forse riunire sotto un’unica uscita il meglio dei due lavori editi entrambi nel 2013(!) dal gruppo, avrebbe dato vita ad un lavoro meglio organizzato e meno dozzinale. Rimandati.
5.0