(Spinefarm Records, 2011)
1. Förtvivlan, Min Arvedel;
2. Tiden Läker Inga Sår;
3. Människa O’Avskyvärda Människa;
4. Tillsammans Är Vi Allt;
5. I Nattens Timma;
6. FFF
Solo due anni sono passati dal precedente Klagopsalmer, primo passo falso della band svedese, ma gli Shining decidono comunque di far uscire il loro settimo album ufficiale VII: Född Förlorare. Carriera invidiabile quella del gruppo capitanato da Niklas Kvarforth, che ha visto la band partire da un canonico stile depressive fino ad arrivare alle pesanti influenze rock degli ultimi due dischi, passando per numerosissimi cambi di formazione (Hellhammer dietro le pelli per un paio di uscite; Wredhe, già negli Ondskapt, alla chitarra e Phil A. Cirone dei Craft solo per citarne alcuni), improvvisi scioglimenti del gruppo e dichiarazioni farneticanti del frontman, a capo anche della loro prima etichetta, la Selbstmord Services.
Nonostante tutto questo guazzabuglio, il livello compositivo degli Shining non è mai stato messo in discussione: partendo dal “classico” ed ottimo black del primo album per giungere ai capolavori Livets Andhållplats e The Eerie Cold già più lontani dalla concezione classica del genere, il gruppo ha continuato a sfornare ottimi prodotti, compreso il bistrattato (in parte a ragione) Angst – Sjalvdestruktivitetens Emissarie a causa del drumming troppo virtuoso di Hellhammer e lo splendido split con i Dolorian contenente una delle canzoni migliori degli svedesi, ovvero “Through Corridors Of Oppression”. Questo livello di salute è stato mantenuto senza alcun problema fino al quinto Halmstad, dopo di che sono iniziati i problemi. L’ep pubblicato con i Den Saakaldte (in cui vi suonava anche Kvarforth, guarda caso) si è rivelato evitabile, così come il successivo e deludentissimo sesto album Klagopsalmer. In questo nuovo disco i problemi emersi nelle uscite appena menzionate sembrano amplificarsi e forse anche gli stessi componenti della formazione ne sono consapevoli, visto che tentano in vari modi di vivacizzare l’ascolto e inserire qualche piccolo accorgimento per non annoiare chi ascolta. Per i fan di “vecchia data” sicuramente l’unico pezzo totalmente, o per la maggior parte, degno di nota è la conclusiva “FFF” che, presentando comunque i difetti dell’intero disco, è composta da riff molto vicini ad Halmstad come quello portante subito dopo la parte acustica o quello con il coro di sottofondo. Il resto delle canzoni purtroppo scende fino alla mediocrità, si prenda ad esempio la prima “Förtvivlan, Min Arvedel”: tralasciando la breve intro parlata la canzone non pare male finche non si arriva alla parte in acustico di chiara ispirazione Opeth che appesantisce terribilmente l’ascolto. Parte acustica che sembra essere il leitmotiv del nuovo corso degli Shining, infatti si ripete anche nella successiva “Tiden Läker Inga Sår”, anche se con un’inflessione più orientata al folk di matrice Ulver di Kveldssanger, nella seguente “Människa O’Avskyvärda Människa” e in “Tillsammans Är Vi Allt”. Quest’ultima forse è l’episodio peggiore di tutto il disco, non tanto per la parte più vicina al black ma per la successiva: ovviamente con chitarra acustica di sottofondo, ma con un cantato che nulla ha a che vedere con le sempre ottime prove vocali di Kvarforth, lontanamente accostabile forse ai Klimt 1918 per fare un esempio. “I Nattens Timma” è invece l’episodio più atipico: quattro minuti, una quasi ballad, a base di pianoforte, voce e chitarra acustica; tentativo audace, ma che in questo contesto sembra fare da riempitivo o poco più, nonostante il giro iniziale di piano riporti alla mente le colonne sonore di vari film horror italiani anni ’70 e un’aura generale tipica dei brani folk. Per il resto menzione d’onore a Kvarforth che tenta in tutti modi di interpretare le canzoni a suo modo usando diverse modulazioni di voce, passando dallo sporco, al pulito, a toni più alti/bassi a seconda della circostanza, mostrando una buona capacità e versatilità vocali; peccato che questo impegno non porti ai risultati desiderati, talvolta rasentando il ridicolo o il rock di bassa lega (cosa cui danno man forte anche i due lunghi assoli in “Människa O’Avskyvärda Människa”).
VII: Född Förlorare non è quindi totalmente un album da buttare, sicuramente vi è una buona canzone a cui si aggiungono alcuni riff sparsi qua e là, ma tenendo conto di ciò che gli Shining hanno costruito negli anni precedenti, questo album non regge minimamente il confronto.
5.0