(Sleaszy Rider Records, 2012)
1. Bloody Fair
2. The Creature
3. Kill Kill! Baby Kill
4. Sweet Vampira
5. 1882
6. Night of the Ghouls
7. Slaughterhouse Motel
8. Drunk Of Blood
9. Scared To Death
10. Zombie in Love
11. The Black Cat
12. Saint Coruvo Lagoon
13. Splatters
Gli ShowStripsilence ritornano, a distanza di ben sei anni dal debutto Monsters and Humans: Horrorific and All New!, uscito, appunto, nel 2006 per Graves Records. In mezzo c’è stato tanto: tour europei che sono andati a toccare l’Inghilterra e la Germania, tanta gavetta in Italia di spalla a grandi nomi quali Misfits, Backyard Babies e Wednesday 13 (cantante di casa Murderdolls) e alcuni cambi di formazione. Con un nuovo batterista (il defezionario Ben Tellarini ha nel frattempo fondato gli Hierophant, altra rivelazione di questi ultimi due anni) e un nuovo chitarrista (rispettivamente, Kick e Luke), la band si presenta con questo Thirteen Tales of Love and Death, in uscita per la greca Sleaszy Rider Records.
Il genere proposto non è cambiato poi troppo dall’ottimo debutto: un mix di punk’n’roll che fa ricordare band quali Hardcore Superstar, Velvet Revolver e, nelle sue vene più punk-hardcore, i californiani Death by Stereo. Questi ultimi sono richiamati alla mente soprattutto grazie alle caratteristiche vocali di Gento (voce e chitarra ritmica), capace di alternare un tono melodico (mai estremamente preciso nel cantare in inglese) a screaming acidi in stile Backyard Babies, appunto. Grazie ai suoi brani veloci e di media durata (i classici tre minuti e mezzo), l’album si configura come un tipico disco di hard rock, che fa forte fondamento su pezzi diretti e veloci (“1882”, “The Creature” e, più in generale, la maggior parte dei brani), pur senza dimenticare l’importanza di ballate come “Zombie in Love” e la conclusiva “Splatters”. I suoni sono ben calibrati, anche se in questo caso si gioca, naturalmente, sul fare rumore e alzare il volume a più non posso. Quello che ne soffre è la precisione, ma quello che se ne guadagna è l’adrenalina.
Le tematiche, come si può facilmente immaginare dall’artwork (realizzato da Corefolio, già al lavoro con band quali Hatesphere e Black Dahlia Murder) e dai titoli dei brani, sono un omaggio al mondo letterario e cinematografico dell’horror, quello più classico, fatto di zombie, vampiri, licantropi e tributi a Bela Lugosi. In definitiva, il progetto è vario, ben strutturato e studiato per piacere a diversi tipi di audience. La miscela di hard rock e punk, inoltre, promette bene anche dal vivo, dove i riff potenti di Lizzy (chitarra solista) e i cori dei restanti fanno immaginare uno show coinvolgente e movimentato. Un buon seguito al debutto di metà anni 2000, gli auguriamo ogni fortuna possibile.
7,5