(Dark Essence Records, 2013)
1. Ho som haustar aleine
2. Rooted in Knowledge
3. I Slike Stunder
4. Løgna sin fiende
5. The Path of no return
6. Faceless Queen
7. Dirt Life Death
8. Past Burden Strength
Mi ritrovo in mano questo disco degli Slegest, guardo la copertina e leggo qualcosa giusto per farmi un’idea di quello che potrei trovare dietro a questo nome. Provenienza: Norvegia. Genere: Black Metal. L’idea che mi sono fatta a freddo, a freddisismo considerando che già immaginavo di ritrovare spettrali foreste scandinave a fare da cornice a sanguinolenti sacrifici ad Odino, è cambiata appena ho incominciato ad ascoltare Løyndom, che scopro essere il debut album solista di Ese, l’ex chitarrista dei Vreid e la curiosità aumenta.
Appena parte il primo pezzo mi ritrovo incastrata in un interessante intreccio genetico che ricorda i gelidi Darkthrone di Too Old Too Cold e i più caldi Black Sabbath di Sabbath Bloody Sabbath, un mix in cui il più tipico cantato black metal si unisce a riff più catchy e al groove godereccio del doom classico, insomma un disco adatto per finire nel modo migliore (o peggiore) un weekend. Da evidenziare la traccia “I Slike Stunder”, che potrebbe essere il sunto perfetto di tutto l’album, un pezzo che non sfigurerebbe neanche in un contesto più tipicamente doom se non fosse per le parti vocali graffiate. A volte è proprio la scelta delle linee vocali, non abbastanza varie e modulate, a rendere qualche pezzo leggermente piatto, ma del resto mettere un piede fuori dai soliti schemi, per cercare anche di distinguersi in mezzo all’infinito pentolone di dischi doom che stanno uscendo nell’ultimo periodo, per quanto mi riguarda è apprezzabile.
Per ora ci accontentiamo di fare headbanging sulle note di “Rooted in Knowledge”, idromele in una mano e pipistrello nell’altra, sperando in un secondo album sempre sulla stessa linea di questo, ma un po’ più ispirato.
7.5