(Imperium Productions, 2012)
1. Hater of Mankind
2. The Day I Chose to Rot
3. World of Everlasting Darkness
4. Bestow the Crown of Death
5. The Deceiver of the Desolation
6. Olam Belehavoth
I Sonne Adam, alfieri di un death metal di nuova generazione saldamente ancorato ad una matrice ed una chiave interpretativa appartenente al doom più marcio e sulfureo, tornano, puntuali come un orologio svizzero, per rilasciare un nuovo EP ad un anno di distanza dal bellissimo Transformation.
Doctrines of Dark Devotion apre le danze con la sensazionale “Hater of Mankind”, nella quale si continua a riscontrare la miscela già adottata dagli israeliani fatta di tempi cadenzati ma con una batteria granitica e pesantissima, riff nero catrame e una voce luciferina proveniente direttamente dall’oltretomba. Fino a qui tutto regolare voi direte, in quanto un gruppo che, al pari di Motorhead o Slayer, sia riuscito nella difficile arte della creazione alchemica di un proprio sound, che motivo avrebbe di inoltrarsi in meandri sconosciuti e comunque pericolosi per la composizione dei propri brani? Nessuno ovviamente, a detta dei più, a meno che quello che abbiano da offrire sia originalissimo per quanto spregiudicato. Ed è appunto in questo che il pezzo di apertura spiazza l’ascoltatore, anche se in maniera sottile: “Hater of Mankind” vanta un’apertura con spunti sinfonici tali da conferire al brano un’epicità oscura come non s’era mai verificato nel recente passato della band e presenta una chiusura caratterizzata da massicce dosi di elettronica ed elementi prettamente industrial che a momenti ricordano quasi gli Gnaw Their Tongues, elementi che tornano molto più prepotentemente alla ribalta, e questa volta per l’intera durata della canzone, anche in “The Deceiver of the Desolation”. “Olem Belehavoth” riporta in ultimis le coordinate a ciò che i Sonne Adam ci avevano abituato con le precedenti produzioni: un death cupo, lento, pesantissimo, catacombale ed altamente evocativo.
Questo per dire che, per quanto non drastico e sporadico, un cambiamento si sta verificando nella recente storia della band e che saranno le prossime produzioni (magari di un nuovo full length) a far riscontrare o meno se questo Doctrines of Dark Devotion rappresenti un episodio isolato o l’inizio di un nuovo percorso compositivo.
7.0