1. By The Sun Of The Light Keeper
2. Internal Dictatorship
3. Power Is A Splendid Shroud
4. Lovecraftopolis Part I
Secondo album (primo sotto l’italianissima etichetta Moonlight Records) per iTalisman Stone, trio romagnolo attivo dal 2008, fautore di un denso e sulfureo magma sonoro dentro al quale è possibile rintracciare più di un’influenza, nonché diversi interessanti spunti stilistici. La formazione presenta qualche singolarità: prima di tutto la mancanza della chitarra, scelta decisamente “coraggiosa” anche se tutt’altro che insensata o azzardata; in secondo luogo la presenza di due bassi, interessante per la possibilità di creare armonie e contrappunti tra due range di frequenze comunque gravi e (quasi) coincidenti; in ultimo abbiamo la presenza di due strumenti estranei alla tradizione musicale europea, ilsitar e le tabla, fondamentali soprattutto nella pratica della musica classica indostana (India del nord) comunque importati nella popular music negli anni sessanta del 900.
Di base il sound dei Talisman Stone si colloca su di un solido appoggio stoner/doom, sul quale è lasciato (quasi) libero sfogo ad una psichedelia nutrita didrone e di acidità anni ‘60, dove gli strumenti “esotici” (ma quasi del tutto occidentalizzati) introducono panorami floydiani non dissimili (per intenti) dalle prime sperimentazioni in ambito beat inglese/progressive.
Nei diciotto minuti di “Lovecraftopolis Part I” troviamo tutto questo, tra rumorismo caustico (l’unico ingrediente che, relativamente, risulta superfluo) e fughe acustiche guidate dal bordone del sitar: il tutto poi sembra mutare, svanendo in una ritmica che può ricordare gli Amenra come gli Electric Wizard, sicuramente capace di accontentare allo stesso tempo i seguaci del post rock più intransegente e gli appassionati di sludge, o comunque avvezzi a sonorità più estreme.
Buona la decisione di affiancare voce femminile e maschile, così come la già citata scelta di escludere la chitarra; le strutture dei brani sono giustamente semplici e reiterate, organizzati più che altro per picchi di intensità alterna. Oltre alla già citata traccia conclusiva merita attenzione “Internal Dictatorship”, inquieta e sinistra, scandita da rintocchi metallici e sviluppata su melodie sghembe e singolari, che tuttavia non cedono a tecnicismi o intellettualismi di sorta.
In conclusione: i Talisman Stone sono una realtà interessante, appetibile per una grande fetta di pubblico, dal fan dello stoner duro e puro all’appassionato di psichedelia “vintage”. Insieme ai “colleghi” Shinin’ Shade da tenere d’occhio.
7.5