(Trust No One Recordings, 2013)
1. The Redeeming Teratoma;
2. The Compression Chamber;
3. Black Pearl in a Crystalline Shell;
4. House of Flesh;
5. The Nucleus Turbine;
6. The Purging;
7. Terra Tenebrosa;
8. At the Foot of the Tree;
9. Disintegration;
10. The Reave
I Terra Tenebrosa, gruppo dietro al cui oscuro monicker si muovono membri degli scomparsi Breach, sono un’entità alquanto misteriosa formatasi nel 2009 e ora giunta al traguardo del secondo album in studio. Il genere proposto è un miscuglio assurdo di sludge, dissonanze varie, avantgarde e atmosfere orrorifiche (ma non black metal, come spesso capita di leggere) che ha trovato un primo reale compimento nell’esordio di due anni fa The Tunnels, salutato da molti come uno degli album emergenti più interessanti e promettenti degli ultimi anni ed effettivamente confermatosi come tale anche a distanza di un po’ di tempo.
The Purging esce sempre per Trust No One Recordings, ma cambia le carte in tavola: pur seguendo lo stile, se così si può chiamare, di The Tunnels, sceglie un approccio molto più diretto e “facile”, utilizzando soluzioni meno inaspettate e forse più prevedibili. L’atmosfera stessa del disco si discosta da quella del suo sulfureo e compatto predecessore, l’alienazione espressa in ipnotiche melodie come in “The Mourning Stars” si trasforma nel delirio e nella schizofrenia di brani come “Black Pearl In A Crystalline Shell” o “The Purging”. Per certi aspetti sembra di trovarsi di fronte alla “svolta” dei Darkthrone all’uscita di Plaguewielder: si sente chi suona, c’è una continuità con i lavori precedenti (l’anima dei Breach è più forte in questo album), ma la direzione intrapresa non convince appieno, nonostante un uso di vocals davvero deviate e da internamento come non mai. Se The Tunnels poteva essere definito come un incrocio fra The Body e la componente non musicale dei Blut Aus Nord, The Purging conferma il parallelo con i The Body (sentire l’assurdità di “Empty Hearth” per credere) ma ci aggiunge una componente a là Lifelover, se vogliamo. Non mancano i picchi di genio come “The Nucleus Turbine”, “Disintegration” o la deathspellomeghiana “The Compression Chamber”, d’altro canto però troviamo anche episodi di difficile comprensione come “At The Foot Of The Tree” o la conclusiva “The Reave” che ci fanno capire come forse sia stata messa troppa carne al fuoco.
Personalmente ho iniziato ad apprezzare completamente The Tunnels un anno dopo l’uscita ufficiale ed è probabile che succederà lo stesso anche nel caso di The Purging, nonostante quest’ultimo disco sembri più accessibile dell’esordio. Staremo a vedere quel che ci suggerirà la prova del tempo, per ora non possiamo non constatare la complessità dei Terra Tenebrosa e non premiare quanto di buono si nota da subito in The Purging.
7.0