(Witching Hour Productions, 2014)
1. First Day
2. Afterkingdom
3. Sun
4. No Light
5. Second Day
6. Soil
7. Winter’s Bone
8. Last Day
Arrivano dalla fredda Polonia i Thaw e come molti altri prima di loro si dedicano ad impreziosire il panorama del metal estremo già da tempo in fervente attività a quelle latitudini. Cercando qualche descrizione inerente alla band si può trovare la generica black metal / ambient / noise, termini poco utili per comprendere la vera proposta della band, che con sapienza ci forniscono un ottimo prodotto. Se già a partire dalla copertina si è indotti a pensare a Isis e SunnO))), il contenuto non delude, presentandoci una formula di black metal moderno contaminato da svariati elementi, tanto da sconfinare pesantemente nel mondo del post metal.
Punto di forza del gruppo è la varietà compositiva dei pezzi, che appaiono come interessanti rompicapo che siamo chiamati a risolvere. “Afterkingdom” risulta essere uno dei pezzi più interessanti del lotto insieme a “Sun”: passando attraverso metriche care ai Blut Aus Nord, bridge di matrice scandinava e midtempos sapientemente decorati con bending, i Thaw forniscono una piacevole ritmicità a metà via tra lo sludge e l’industrial. Gli arpeggi e i pattern di batteria fanno la parte del leone nell’economia della composizione, risultando sempre vari, azzeccati e a tratti sorprendenti per il genere proposto. La spiccata identità musicale di questi ragazzi permette di fornirci un sound subito riconoscibile, oltre che capace di non annoiare l’ascolto lungo tutti i quaranta minuti del disco. Il caos controllato dei polacchi prende vita da disturbati arpeggi in overdrive o da intro pienamente noise per poi alternare con abilità certosina pattern ritmici cari alla scuola dissonante moderna (facile cogliere qualche richiamo a Deathspell Omega e Leviathan), nostalgia scandinava anni ’90 ed arpeggi non solo ottimamente azzeccati ma anche di grande presa. Molto godibile è infatti l’intreccio tra batteria, ora lineare e ora complessa, chitarre, dedite alla fusione di due sezioni complementari fuse assieme, e le due voci, che forniscono la giusta varietà alla proposta musicale della band.
Ai Thaw va indubbiamente il merito di avere tutte le carte in regola per poter aspirare ad un posto d’onore nel panorama post più underground e di averci dimostrato che ancora non tutto è stato detto in merito. Disco consigliato a chiunque sia già appassionato della valida scena polacca (Obscure Sphinx, Entropia, Blindead e Behemoth) ma anche a chi gode nel sentire musica intelligente suonata con gusto ed in maniera accattivante.
8.0