(Third Eye Temple, 2013)
1.Thaw – Wasteland
2.Thaw – Greed
3.Thaw – Awake
4.Thaw – D.A.K.
5.Outre – Kether
6.Outre – The Joining of Adam and Eve
7.Outre – The Garden
8.Outre – The Hellfire Pit
9.Outre – Water II
E’ un piacere tornare a parlare di una band come gli Outre, ma certamente non immaginavamo capitasse cosi presto. Non è da tutti fare uscire un EP e uno split durante lo stesso anno e ancora piu’ arduo è che capiti ad una formazione attiva dal 2012. Gli Outre avanzano a passi da gigante, in maniera monolitica, affiancando in questo split i conterranei Thaw, già discretamente popolari nel circuito underground, autori di un convincente debut album, uscito nel 2013 per la per la nostrana Avantgarde Music.
Spetta proprio ai Thaw aprire le danze, e lo fanno in grande stile, miscelando sapientemente elementi black metal e sludge. L’Europa sembra essere sotto un vero proprio assedio da parte di queste sonorità pestilenziali, ma per fortuna non stiamo parlando della solita band-clone degli Amen Ra (a loro volta band-clone dei Neurosis). I Thaw suonano indubbiamente come una band post metal dovrebbe suonare, senza il rischio di risultare ruffiani o poco ispirati; la loro musica è infatti condita di personali atmosfere sulfuree che caparbiamente strizzano l’occhio anche al tanto eclettico ed enigmatico universo industrial / drone; “D.A.K.” ne è una prova lampante, e chissà che non possa acquistare consensi tra i seguaci di Justin Broadrick e da chi ha apprezzato per esempio Posthuman di JK Flesh.
Ma andiamo oltre, “Kether” ci traghetta sull’altra costa di questo split e subito ci troviamo a nostro agio sentendo familiarità con Tranquillity. Il combo polacco ha recentemente esteso la propria line up a cinque membri e ciò ha certamente fortificato la creatura Outre, che speriamo di vedere in sede live al più presto, anche qui in Italia. Per il resto, la formula è sempre la stessa: blastbeats e melodie taglianti come la migliore scuola black metal europea odierna insegna. Echi di Planks e Downfall of Gaia si fanno sentire qua e là e ancora una volta troviamo picchi emozionali e tanta creatività che promettono davvero bene per il futuro debut album della band. Noi attendiamo fiduciosi un nuovo “capolavoro di nero” sulla falsariga di Vesper degli Entropia, che attualmente può rappresentare il picco più alto dell’undeground sludge/black polacco.
7.5