(Metal Blade, 2011)
01 A Shrine to Madness
02 Moonlight Equilibrium
03 On Stirring Seas of Salted Blood
04 Conspiring with the Damned
05 The Window
06 Carbonized in Cruciform
07 Den of the Picquerist
08 Malenchanments of the Necrosphere
09 The Grave Robber’s Work
10 The Raven
11 Great Burning Nullifier
12 Blood in the Ink
Ritual è il quinto album degli americani The Black Dahlia Murder, traguardo al quale tante band ambiscono ma che spesso solo pochi riescono a raggiungere; quando poi qualcuno di questi pochi lo raggiunge, la qualità è spesso dubbia. Ma non è questo il caso.
Dopo essere sopravvissuti alla marea di trend che si sono susseguiti nel metal, sin dal loro esordio, eccoci di fronte ad un altro grandioso capitolo della discografia dei The Black Dahlia Murder, che non lascia spazio a mezze misure e farà felici tutti gli amanti del death metal di matrice svedese e non, che At The Gates e Carcass anni fa hanno portato alla ribalta.
”Conspiring With the Damned” è un esempio di tutto quello che questo disco rappresenta, farcito tra sfuriate death metal a velocità supersonica, screaming e growling vocals in grandissima quantità, e una sezione ritmica davvero sul pezzo.
“On Stirring Seas of Salted Blood” è il pezzo che invece ci riporta su ritmi più downtempo, con sprazzi quasi black metal, che confermano come l’ecletticità (ovviamente relativa) e la preparazione tecnica dei cinque sia davvero ottima tra pregevoli incastri chitarristici e tappeti di doppio pedale, fino ad arrivare alla superba prova in growling di Trevor Strnad la cui bravura e coerenza con la proposta melodic death dei TBDM è fuori da ogni dubbio.
In questo disco troverete tutto quello che vorreste da un disco melodic death metal: violenza, velocità, potenza e perizia tecnica, amalgamate con maestria e gusto: ascoltate l’assolo di chitarra su “Malenchantments of the Necrosphere” per averne una prova lampante.
Bisogna anche ammettere che, per quanto intransigente la loro proposta possa essere, in questo disco troviamo degli inserti groovy e moderni che raramente erano presenti nei vecchi lavori, e che rendono il tutto ancora più accattivante rimanendo pur sempre lontani dai clichè del death/metal core tanto in voga adesso.
Del precedente Deflorate infatti troviamo ben poco, quel tipo di sound è stato lasciato alle spalle, in favore di soluzioni che ci riportano a sonorità più vicine all’ottimo Miasma, targato 2005.
La band di Detroit si riconferma a livelli altissimi con Ritual, che si candida ad essere tra le migliori uscite nell’ ambito death metal di tutto il 2011, e sarà inevitabile confrontare ogni uscita del genere con quest’ultima fatica del quintetto statunitense.
Voto 7,5
“[…]che non lascia spazio a mezze misure e farà felici tutti gli amanti del death metal di matrice svedese che Carcass ed At The Gates anni fa hanno portato alla ribalta.”
I Carcass sono inglesi, non svedesi!
Inoltre non presentano nessuno degli elementi tipici del death svedese dei primi anni ’90 (o anche di quello proposto da gruppi recenti stile Bomb Of Hades, Maim o Bastard Priest), sono proprio due scuole di “pensiero” diverse. Magari citare Entombed o Dismember sarebbe stato più giusto.