(Sumerian Records, 2008)
1. Prison Born
2. The Ancient Covenant
3. Shape Shifters
4. Coldy Calculated Design
5. XenoChrist
6. Sons Of Belial
7. Legions Of The Serpant
8. Planetary Duality I (Hideous Revelation)
9. Planetary Duality II (A Prophecies Fruition)
Per fortuna, non tutti i giovani gruppi americani che tentano di accostarsi al death metal (più o meno contaminato) sono squallidi cloni di Job For A Cowboy e Suicide Silence: qualcuno, come ci hanno dimostrato recentemente gli Animosity, sa ancora proporre qualcosa che, se proprio non può essere totalmente innovativo, sa mostrarsi fresco e terribilmente efficace. E’ questo anche il caso dei The Faceless: la band, giunta al secondo album, ci conferma tutte le potenzialità mostrate col precedente Akeldama, confezionando, con questo Planetary Duality un nuovo ottimo album di death metal tecnico, breve (mezz’ora circa) ma estremamente intenso.
Che ci crediate o meno, i Necrophagist (gran gruppo, certo, ma talvolta difficilmente digeribile!) in America godono di un ampio successo, ancor maggiore di quello che hanno qui in Europa… e nella musica dei The Faceless si sente! Come si sentono i soliti richiami alla Svezia, ma non troppo: spesso emerge una raffinatezza degna dei Nocturnus (chi ricorda The Key?) o dei nostri Sadist, che, lasciando da parte il patriottismo, han sempre davvero fatto scuola. Ma sia chiaro, i sei giovani californiani, pur sfoggiando una tecnica fuori dalla norma, non amano perdersi in virtuosismi: l’album risulta compatto e altamente godibile.
Dopo il breve pezzo d’apertura, si abbatte su di noi “The Ancient Covenant”, quattro minuti di death feroce che, nel finale, cita in modo evidente (ma non per questo poco apprezzabile!) i Cynic. E dopo di questa, la tracklist si mantiene a livelli decisamente alti, permettendosi di sorprendere più volte, come nelle clean vocals (il purista non storca il naso!) di “Coldy Calculated Design” e “Sons Of Belial”, o di far godere ogni fan del death più brutale con pezzi come “XenoChrist” e “Legions Of The Serpant”. Non un calo di tensione, e una notevole padronanza degli strumenti: saranno stati giovani e inesperti, ma l’ultimo anno passato a suonare in giro per gli States ha sicuramente aiutato i The Faceless a migliorare sotto ogni aspetto.
Planetary Duality, da tempo nei negozi americani, uscirà presto in Europa sotto Lifeforce Records. Se vedete nel vostro negozio di fiducia la sua affascinante copertina (artwork tra i più belli visti di recente!), il consiglio è di non esitare a comprarlo. Magari date un’occhiata ad una foto di questi giovani californiani, e pensate a quanto è ancora lunga (speriamo!) la strada davanti a loro. Se continuano su questa strada, grandi cose ci aspettano.
7.5