Come vi avevamo preannunciato nel live report scritto per l’ultima data dei Converge a Milano, quando arrivammo tardi per assistere alla performance dei The Secret, abbiamo deciso di rimediare andando ad assistere ad una delle date del tour italiano che i ragazzi stanno intraprendendo a breve distanza dalla ben più lunga serie di concerti fatti in giro per l’Europa di recente. L’occasione migliore è la tappa al mitico Bronson di Ravenna, locale noto tanto per la sua programmazione quanto per gli ottimi suoni di cui si può letteralmente godere quando si va a vedere un qualsiasi gruppo. Alla fine non siamo poi tanto dispiaciuti per aver perso lo show dei The Secret a Milano: memori della pessima acustica del Factory, siamo convinti di aver visto un concerto migliore (e più lungo!) di quello tenuto dai quattro triestini nel capoluogo lombardo. Ad arricchire la serata poi c’erano stavolta gli interessanti Grime…
The Secret + Grime
Bronson, Madonna Dell’Albero (RA)
01 / 02 / 2013
GRIME
…che cominciano a suonare proprio mentre stiamo per entrare nel locale. Inizialmente noti per essere nati da una “costola” dei The Secret, i Grime hanno rapidamente dimostrato di non essere certo dei “raccomandati”, bensì un gruppo con gli attributi. Il vivace passaparola e il godibilissimo debutto omonimo ci avevano incuriosito parecchio, per convincerci della qualità di questa band ci mancava dunque solo la prova del live, superata a pieni voti. Gli ingredienti di base della loro proposta saranno anche pochi, e a qualcuno i Grime potranno sembrare anche un po’ derivativi, ma in realtà è proprio dietro questa apparente semplicità, riscontrabile anche ascoltando il disco, che si nasconde la forza del combo triestino. Quello dei tre friulani è uno sludge/doom opprimente ma allo stesso tempo molto diretto, che si regge su una sezione ritmica a lungo andare ipnotica e su riff capaci di far godere qualsiasi amante di Eyehategod e compagnia brutta. A rinforzare la sensazione di “piacevole monotonia” c’è anche la graffiante e sofferente voce del barbuto cantante / chitarrista, che è certamente poco varia ma s’incastra benissimo nel decadente quadro composto dal trio. Trieste non sarà la Louisiana, ma i Grime hanno tutte le carte in regola per piacere agli appassionati di certe sonorità. Se non l’avete ancora fatto, scopriteli.
THE SECRET
Era da un po’ che non assistevamo ad una prestazione dei The Secret che ci soddisfacesse appieno. Per un motivo o per l’altro, forse anche per sfiga, abbiamo sempre avuto qualcosa di cui lamentarci le ultime volte in cui li abbiamo visti (ma ovviamente queste lamentele derivano anche dalle alte aspettative che abbiamo nei confronti di un gruppo di questo livello). Siamo da anni loro sostenitori, e nonostante l’amore inestinguibile per Luce ci siamo subito convertiti ai “nuovi” The Secret appena uscì il magnifico Solve Et Coagula; poi, a rafforzare il nostro malumore per le ultime esibizioni è arrivato Agnus Dei, che non ci aveva affatto convinto nel complesso. Ecco, stasera i The Secret hanno spazzato via in un attimo tutte le nostre perplessità (ci rendiamo conto che ciò non importa a nessuno, perciò arriviamo al dunque). Questi quattro ragazzi sono una macchina da guerra. Forti di un’infinità di concerti in mezzo mondo e del raggiungimento dello status di gruppo “di culto”, i Nostri hanno acquisito un’incredibile consapevolezza dei propri mezzi: sono quasi spavaldi e arroganti sul palco, ammantati in un’atmosfera di oscurità e malignità che, va bene, sarà anche molto “costruita”, ma alla fine quando un gruppo suona così ci sta anche un bel chissenefrega. I The Secret del 2013 sono meno caotici, meno crusty se volete, e molto più glaciali nella loro personale rilettura del black metal in salsa –core (ma siamo sicuri di voler utilizzare ancora questa parola per loro?). I brani di Agnus Dei, sui quali lo show è ovviamente incentrato, acquistano in sede live un “tiro” ancor più micidiale, che forse non eravamo ancora riusciti a cogliere su disco. Ritroviamo invece la pulizia e la cura del suono, elemento che avevamo apprezzato ma che invece aveva fatto storcere il naso a qualcuno che aveva criticato l’operato di Ballou, ritenendo più adatta una produzione maggiormente lo-fi. In realtà tutti i brani, anche quelli riproposti da Solve Et Coagula, traggono beneficio da questa scelta dei The Secret; sacrificando il coinvolgimento “fisico” per quello emotivo, i quattro triestini riversano senza sosta una cruda e gelida rabbia sul pubblico, che viene travolto e allo stesso tempo ammaliato dal loro sound. Ci stupisce piacevolmente la prova di Marco Coslovich: probabilmente proprio perché ora si muove di meno sul palco, la sua performance vocale si mantiene per tutta la durata dello show su alti livelli e non registriamo i cali riscontrati in alcune occasioni passate. Se si aggiunge un’ottima prova degli altri tre musicisti, si arriva alla conclusione che si possono muovere ben poche critiche ai The Secret questa sera.
Chiudiamo con un ultimo pensiero: il discorso fatto dal “collega” in sede di recensione a proposito dell’estetica comune ai gruppi di una certa “scena” è sicuramente condivisibile, ma c’è un altro punto su cui vorremmo che si riflettesse maggiormente. L’esterofilia dell’ascoltatore italiano medio è qualcosa contro la quale, nel nostro piccolo, ci battiamo spesso, ma la questione da affrontare qui è diversa. Possiamo anche capire la gente che è fortemente attratta da gruppi stranieri mediocri e non ha voglia di scoprire realtà interessanti italiane, ma perché quando poi abbiamo gruppi di livello internazionale che raccolgono consensi in tutto il mondo, dai Lacuna Coil fino ad arrivare appunto ai The Secret, lo sport preferito di tutti diventa spalargli merda addosso (in quantità più o meno ingenti a seconda del livello del gruppo, ovviamente)? Non rispondete che è solo invidia, su. Non può essere tutto qui. Fine dello sfogo, i The Secret comunque hanno spaccato, arrivederci alla prossima.