(thisquietarmy records, Consouling Sounds, 2015)
1. Ruminations
2. Purgation/Purification
3. From Darkness Redux
4. Accomodator
5. Masquerace
6. Closure
Torna a farsi vivo Eric Quach, musicista canadese e prolifico autore di numerosi album di matrice drone/ambient sotto il moniker di thisquietarmy, nonché partecipe di numerosissimi split, tra cui spiccano nomi di punta della scena come Aidan Baker (Nadja) ed Year of No Light su tutti. Allontanato in parte il mood prettamente oppressivo dello scorso anno, Eric si presenta nel pieno del 2015 con un nuovo lavoro che non tradisce del tutto certi schemi dell’anno scorso (stiamo parlando di quel piccolo gioiello di Rebirths), qui presenti quasi come spettri sullo sfondo di un’architettura ragionata e stratificata, mantenendo però fede alla voglia di sperimentazione caratteristica di questo progetto.
Dovessimo scegliere un termine per descrivere questo Anthems for Catharsis sarebbe senza dubbio fisicità. I toni e i suoni (nonché le dinamiche) che Eric ha scelto di usare per questo suo lavoro prendono fortemente le distanze dall’astrazione ambient che ha pesantemente caratterizzato il suo 2014 e la chitarra torna in prima posizione con quel riverbero dilatato che ha fatto la fortuna del musicista; ciò però non risulta essere la sola sorpresa riservataci dal canadese, che si diletta qui in un uso massiccio di drum machine, minimale e molto efficace, immersa in un mood che non faticheremmo a definire quasi black metal, pieno di variazioni e chiaroscuri.
Inizialmente storditi dal lento ed ipnotico incedere di “Ruminations” veniamo travolti dalla sorprendente variazione black oriented di “Purgation/Purification”, salvo poi sentire le nostre ferite lenite nella seconda parte della traccia, un chiaroscuro efficace e disorientante. “From Darkness Redux” ci insegna a cullarci nel buio prima di farci riemergere a conquista della nostra anima (ponete attenzione al lento crescendo, forse il meglio riuscito nella carriera di Quach). Scendono leggermente i toni nelle successive canzoni, ciononostante le idee proposte risultano indubbiamente ragionate ed originali, a partire dal lentissimo crescendo della quarta traccia, realizzato aumentando sapientemente la presenza della chitarra lungo i cinque minuti della composizione, e poi col funeral doom celato dietro a “Masquerace”, opprimente e ripetuta fino allo sfinimento. “Closure” infine appare come il legame col recente passato dal quale il nostro non sembra volersi separare, ambient di matrice elettronica con qualche vago richiamo allo psybient.
Un enorme punto a favore di questo Anthems for Catharsis è la durata dei brani, sempre su una media di cinque/sei minuti a pezzo fatta eccezione della seconda traccia, che raggiunge i nove; il problema non si pone comunque, essendo questa la traccia più coinvolgente del lotto. Abbiamo tra le mani un lavoro che pone un altro traguardo per Eric Quach nel mondo del drone: il suo mix di innovazione e sperimentazione, accompagnato da un grande gusto compositivo, permetterà al canadese di acquisire senza dubbio un pubblico più ampio.
8.0