(Escape from Today, 2012)
1. Musineè Doom Session
2. Once Upon a Tentacle
3. Rime of the Ancient Grower
4. Tangerine Nightmare
5. Ketama Gold
6. At War with Yog-Sothoth
I Tons: il ritorno che mai t’aspetteresti di alcuni underground warriors (sic!) dell’ultima ondata meritevole di menzione dell’HCxTO. In un momento in cui, soprattutto nell’ambito più alternativo della musica, sembra che le giovani leve si dedichino solamente a progetti decisamente trendy e inutilmente figli dei propri tempi, ecco arrivare l’esordio d’un power-trio con membri degli schizzati grinders Lama Tematica (R.I.P.) e dei “figli illegittimi” dei Negazione Redrum (R.I.P); due band che, fino a diversi anni fa, avevano messo a ferro e fuoco la scena nostrana, sbarcando, talora, anche all’estero (nel 2006, i Lama avevano suonato all’Obscene Extreme Fest; ndR): si tratta, dunque, d’un combo di musicisti decisamente maturi e tutt’altro che outsiders, ritornati, dopo un sacco di tempo in cui non si sapeva più nulla di loro, a calcare pesanti passi sui palchi di tutt’Italia (i nostri hanno già avuto modo d’aprire per gruppi del calibro di Napalm Death ed Unsane), con una forma musicale decisamente rinnovata, ma sempre con un’attitudine sincera e tutt’altro che costruita.
L’album, Musineè Doom Session Volume 1, edito dall’attivissima label torinese Escape from Today (già produttrice, ai tempi, dei Lama Tematica; ora impegnata con Cani Sciorrì, Zeus, Marnero e tanti altri), rivela, fin dal titolo, il genere proposto dal gruppo (indovinate un po’ qual è…?) e, nell’epoca del download sfrenato, si presenta decisamente bene, già dal punto di vista estetico: un bizzarro digipack cartonato, ad incastro, con un booklet ricchissimo, in cui troneggiano il nero, il verde militare più spento ed il giallo seppiato, creando un mood che, decisamente, s’accompagna alla musica. Inoltre, non v’è gruppo doom che si rispetti se non tira fuori un concept dal sapore macabro ed occulto: intelligentemente, il trio piemontese non si lascia affascinare da leggende catacombali del mondo della fiction, né da un abusatissimo occultismo a livello beginners o da bizzarri miti mesopotamici, ma preferisce valorizzare la tradizione del proprio territorio, in un’ottica, se m’è concesso dirlo, decisamente glocal – e dal risultato vincente! Infatti, grazie all’interessante booklet di cui sopra, vengono rivelati, con un’asettica sintassi molto British, quasi da trattato antropologico, i criptici segreti del monte Musineè, cima ubicata nella nota, per tristi e discussi motivi di cronaca, Val di Susa; segreti che, ovviamente, qua non sto a rivelare, per non togliere il gusto di possedere questa piccola perla d’underground zozzo made in Italy.
Dal punto di vista prettamente musicale, il doom dei Tons strizza decisamente l’occhio allo sludge più –core oriented (non è un caso che l’acidissimo scream del vocalist Paolo sia piuttosto vicino a quello di band come Bongzilla ed Eyehategod), con alcune, per altro, riuscitissime, incursioni in terreni stoner e di vaga psichedelia neo-sabbathiana, per un risultato che, decisamente, può appagare tutti gli amanti del genere. Pur essendo una band dal gusto per il riff monolitico e dall’incedere mastodontico di vecchia scuola St. Vitus, i Tons dimostrano, però, che la loro ricchezza sta nella “varietà” della proposta – termine, comunque, da prendere con le pinze: Musineè Doom Session Volume 1 è un album doom, ma sa anche distendersi in momenti lisergici e/o terremotanti che tanto ricordano i Kyuss (basti pensare all’inizio di “Once Upon a Tentacle”, o alla coda, con un acidissimo guitar solo, di “Rime of the Ancient Grower”), che ama l’incedere marziale di certi Black Sabbath (“Ketama Gold”), i tempi tribali degli Isis e i grooves più rock-oriented di Down e Corrosion of Conformity, che, qua e là, compaiono ad arrangiare scheletriche, benché corpose, strutture. E’ decisamente difficile identificare una canzone in grado di spiccare sulle altre: l’effetto di ‘mantra musicale’, tipico dei generi più lenti ed ossessivi, impedisce tutto questo; ciononostante, “Tangerine Nightmare” si dimostra uno degli episodi più riusciti, dipingendo atmosfere cupe à la Cathedral (era Forest of Equilibrium), per poi svilupparsi in un riff portante decisamente Black Sabbath ed esplodere, dopo un intermezzo di basso dal sapore hardcore, in un finale di scuola Eyehategod, il tutto sorretto da una voce che alterna growl e scream magistralmente (ah, il background Lama Tematica!).
Musineè Doom Session Volume 1 è un disco onesto che, magari, non aggiunge nulla di nuovo e talora può leggermente peccare d’ingenuità, ma che sa coinvolgere ed emozionare. Gli estimatori del genere lo adoreranno, ma non c’è da escludere che possa piacere a qualcun altro più open minded o a qualche collezionista nostalgico della scena hardcore torinese (tanto più che la Escape from Today, oltre al formato cd, ha fatto pure uscire una doppia versione in vinile!) . Decisamente un bell’esordio per i Tons.
7.0