(Century Media Records, 2015)
1. Strange Gateways Beckon
2. Melancholia
3. In The Dreams of The Dead
4. Winds
5. Själaflykt
6. The Motherhood of God
7. Strains of Horror
8. Holy Libations
9. Cauda Pavonis
10. Music From The Other
Nati come formazione death metal mediamente dozzinale ed in pieno Entombed-style, gli svedesi Tribulation hanno poi imbracciato la via del binomio rinnovamento/innovazione rivoltando il proprio sound ai fini di una ricerca di “vie alternative” trascendenti i limiti definiti, qui giunta al suo secondo capitolo dopo il precedente LP datato 2013.
Le eteree note in apertura di “Strange Gateways Beckon” ci introducono al mood perfetto per calarci nell’esplorazione sonora di questa release. L’opener è un eccellente segnale d’inizio delle danze per questo prodotto, visibile maturazione (ma anche smussamento dei toni) rispetto al precedente The Formulas of Death che ancora tratteneva parte dell’ingombrante zavorra in forma di tradizionali elementi death’n’roll prettamente swedish. In The Children of The Night si viaggia tra organi spettrali e miti accompagnamenti di pianoforte passando per momenti d’epicità, hooks di tradizione At The Gates ed orecchiabili melodie alla In Solitude inframmezzate ad assoli e finezze chitarristiche (e non) di vario tipo. Il singer Johannes Andersson è manifestazione unica dell’anima meno aristocratica e ricercata della formazione, come giustamente evidenziato dal cantato aspro e secco, teatrale come purtroppo lievemente monocorde.
Si parla di un melodic death parecchio diluito e sognante fuso a ricche architetture progressive e certe sonorità squisitamente classic rock ad impreziosire il tutto; le atmosfere evocate dalla formazione viaggiano tra climi ora glaciali e pungenti ora fluidi e straordinariamente avvolgenti, anche per merito di una pulizia generale dei suoni estremamente curata. In ciò però il disco mette in luce anche una sorta di autocompiacimento, che porta i Tribulation a tergiversare in alcuni passaggi: la band non si spinge oltre una volta conquistato un precario (anche se ispirato) equilibrio, ripiegando le ali quando parrebbe in procinto di spiccare il volo. E’ al contrario interessante lo sfoggio di un sensibile carisma retrò, specialmente quando mescolato con più avvertibili elementi di gotica teatralità ad appesantire le trame cristalline dei nostri.
The Children of The Night è un album che sembra quasi dimenticarsi delle radici metal dei suoi predecessori, pregno com’è di soluzioni dal gusto intellettuale e di un uso piuttosto moderato dell’elemento d’aggressione; questo si traduce in una mancanza di vero mordente quando sarebbe stato sufficiente qualche sporadico “picco” per tenere alta l’attenzione durante un ascolto che si rivela temporalmente dispendioso ed impostato al 99% sulle stesse coordinate dall’inizio alla fine. Ciò non toglie però che l’ultimo parto dei Tribulation rimanga un’opera di ottima qualità, intrisa d’un singolare gusto per il passato rielaborato in chiave personale e moderna.
7.0