Il primo tour da headliner degli Ulcerate in Europa era un evento a cui gli appassionati di metal sperimentale non potevano mancare. I quattro neozelandesi hanno con i loro ultimi lavori riscritto i canoni di un genere (il death metal), creando una musica nuova che col death metal ormai ha a che fare solo in parte, un sound innovativo e accattivante. Ad accompagnarli per tutto questo tour ci sono i ben più grezzi Svart Crown, autori di un black/death derivativo ma certamente apprezzabile in sede live: bisogna però ribadire che qualsiasi gruppo appartenente alla scena death ormai non è più accostabile agli Ulcerate. Per fortuna, per questa data italiana, il livello di originalità e sperimentazione è stato mantenuto alto dai bolognesi Murder Therapy, probabilmente la prossima grande sorpresa (per tutti, ma non per noi che ve ne parliamo da tempo ormai) della scena (death?) metal italiana, e i cesenati Dementia Senex, che dopo il recente cambio stilistico incuriosiscono davvero molto…
Ulcerate + Svart Crown + Murder Therapy + Dementia Senex
Big Barrè, Pievesestina di Cesena (FC)
18 / 02 / 2012
DEMENTIA SENEX – a cura di willbutcher
Ai Dementia Senex spetta il compito di aprire le danze in questa terremotante serata all’insegna del death metal. La band vanta una buona caratura tecnica e compositiva, anche se si dimostra un po’ statica e passiva in sede live, eccezion fatta per il suo carismatico frontman Cristian, capace di vocalizzi vari (il suo growl è particolarmente ispirato) e combinati in modo sapiente. La proposta della band cesenate è vasta e capace di pescare dal death a scelte legate a terreni più tipicamente hardcore, post metal e doom senza però mai perdere di vista il marciume compositivo di cui si fanno forti sostenitori dimostrando per il poco tempo a loro disposizione una professionalità davvero invidiabile.
MURDER THERAPY – a cura di Ico
I Murder Therapy, per quanto ci sembri incredibile, continuano a stupirci. E, finalmente, cominciano a stupire anche un numero più elevato di persone. Quando salgono sul palco infatti il locale comincia ad essere abbastanza popolato, e i volti dei presenti che non conoscevano la band bolognese o che ne conosceva la “vecchia” versione (quella di Symmetry Of Delirium, che comunque era un grande album di death metal) sembrano impressionati quasi quanto i nostri quando li vedemmo ormai un anno fa al Sidro Club (trovate qui il report di quella serata). In mezz’ora i Murder Therapy travolgono i presenti con la loro originalissima formula che potremmo definire (ma è comunque riduttivo) una miscela di death metal à la Gojira, derive “post” di neurosisiana origine e quel tocco di Mastodon che rende la loro proposta, così articolata e sperimentale, in un certo qual modo diretta e subito efficace. E non è cosa da poco, considerando che in mezz’ora suonano solo quattro lunghi pezzi, tre dei quali finiranno nell’album di prossima pubblicazione, mentre l’ultimo, cantato interamente in italiano, è un pezzo completamente nuovo. Che dire della performance di questi ragazzi, che non sia già stato detto da noi in precedenza? Sicuramente gli ottimi suoni hanno permesso di cogliere nel migliore dei modi le acrobatiche evoluzioni delle chitarre di Francesco e Sean e la camaleontica voce di quest’ultimo, come anche l’essenziale apporto della sezione ritmica composta da Andrea al basso e Samu alla batteria, che, se non fosse stato per un certo Jamie Saint Merat che ha suonato poco dopo, avrebbe lasciato un ricordo indelebile nei batteristi presenti (non escludiamo che sia comunque stato ampiamente notato). I Murder Therapy sono una band dalle doti tecniche eccezionali, che sa comporre brani originali ed efficaci, e che dal vivo è capace di emozionare: pochi in Italia sanno combinare questi elementi come fanno loro. Se non li avete ancora scoperti, siete già in ritardo.
SVART CROWN – a cura di Ico
Non ce ne vogliano i simpatici Svart Crown, ma secondo noi questa non è serata per loro. Probabilmente nelle altre date del tour gli Ulcerate son stati per lo più affiancati da gruppi più idealmente vicini agli Svart Crown, ma in una serata come questa a nostro parere non c’entravano molto: su disco non ci hanno mai impressionato, e potevamo solo pensare che il loro black/death dozzinale fosse fatto apposta per essere riprodotto live. E in effetti è così, ma sebbene ci sia qualche “metallaro più classico” che apprezza la loro proposta, è evidente che la maggior parte dei presenti è accorsa per i maghi neozelandesi, e quindi i francesi lasciano solo l’impressione di essere un buon gruppo, capace di tenere degnamente il palco, ma onestamente, a livello compositivo soprattutto, senza infamia e senza lode. Basta prenderli così come sono: un confronto con chi li ha seguiti sarebbe impietoso.
ULCERATE – a cura di Ico
Se dovessimo descrivere un concerto degli Ulcerate con una sola parola, sarebbe “annichilente”. I quattro neozelandesi entrano senza troppe cerimonie, e cominciano subito a riversare la loro musica sui presenti, incatenandoli per quasi un’ora. Fin da subito, ci si perde facilmente nelle incredibili movenze dietro le pelli di Jamie Saint Merat, vero leader del gruppo e batterista fenomenale, dotato di una tecnica incredibile che non prevede un incredibile sfoggio di velocità ma grande fantasia; certo, parliamo di una band tecnicamente molto sopra la media in tutti i suoi elementi, ma le movenze “da piovra” di questo ragazzo non possono non colpire anche chi (come il sottoscritto e probabilmente la maggior parte dei presenti) non suona la batteria. Questo anche perché Jamie è l’unico della band che si muove: Hoggard e il neo-acquisto Cleverdon suonano chini sui propri strumenti, e anche Kelland si limita a suonare e a far rimbombare il suo growl cupo nella testa dei presenti, senza perdere troppo tempo tra un pezzo e l’altro se non per incitare un po’ i presenti. Non ci aspettavamo comunque certo uno spettacolo di cabaret dai quattro neozelandesi, che ci sono sembrati personaggi piuttosto cupi e timidi anche prima e dopo il loro show: anche perché la loro musica basta e avanza per farci perdere completamente. Aiutati da ottimi suoni, gli Ulcerate hanno eretto un wall of sound pazzesco: per usare una metafora, la loro musica, dal vivo più che su disco, è una colata lavica che lentamente scende verso l’ascoltatore, che però non può scappare e ne viene sommerso senza via d’uscita.
Sicuramente quello degli Ulcerate è un modo di intendere il metal adatto a pochi: come dicevamo nell’introduzione, la musica di questi geniali ragazzi ha ormai poco a che spartire col death metal, ed è allo stesso tempo di difficile catalogazione. Non pensavamo però che potesse fare un tale effetto in sede live: certo, chi da un live show si aspetta coinvolgimento e brutalità preferirà l’approccio degli Svart Crown, ma a noi è sembrato che durante i 50 minuti in cui gli Ulcerate hanno tenuto il palco si sia creata un’atmosfera in un certo qual modo “intima”. Davanti ad un pubblico nutrito e adorante, Jamie e soci, pur senza esternare visibilmente alcuna emozione, hanno creato una “bolla” musicale riservata ad un èlite che comprende e apprezza le loro sperimentazioni; sappiamo che può sembrare un’affermazione da snob, ma è innegabile che questo fosse un concerto “per pochi”, e che chi è esterno ad un certo modo di intendere la musica mai potrà capire cosa noi abbiamo provato in quella bolla, facendoci annichilire da quattro stregoni venuti dalla Nuova Zelanda. Vi possiamo assicurare che è stata un’esperienza difficilmente ripetibile.