(Amputated Vein Records, 2013)
1. Embrace The Permeation Of Plague
2. Will Of Atlantis
3. Sterile Planets
4. Entitlement Of Scourge
5. Incestuous Warpath
6. Crowding At The Edge of Cosmos
7. In Absence Of Form
8. Truth Beyond The Sands Of Dogma
9. Last Glare Before The End
10. Towards Eternal Silence
Attendavamo con curiosità l’album di debutto dei modenesi Unbirth, che avevano già ben figurato con il Promo risalente al 2011; oggi li ritroviamo freschi di contratto con Amputated Vein Records,rinomata label giapponese che vede tra le sue fila band del calibro di Cephalotripsy, Back Door To Asylum, Perverse Dependence e molti altri ancora. Alla luce di queste premesse, era lecito aspettarsi un lavoro di qualità da parte della band nostrana.
Deracinated Celestial Oligarchy è un opera di pregevole fattura, ricca di spunti e idee interessanti, per quanto fin dai primi momenti si capisca come la proposta degli Unbirth non sia nulla di innovativo: saltano subito all’orecchio le influenze legate al death metal old shool, ma si percepisce altrettanto bene l’approccio moderno con cui sono state riproposte. In bilico dunque tra vecchio e nuovo, quello degli Unbirth risulta essere un sound imponente e singolare, che esalta in maniera eccelsa tutti gli strumenti, in particolare le linee di basso, che in questo genere tendono ad essere messe in secondo piano, spesso anche a causa di suoni poco curati. Deracinated Celestial Oligarchy non è caratterizzato da velocità incredibili, il suo punto di forza risiede nell’aggressività e potenza dei momenti più carichi di groove, che vengono ben scanditi e rimarcati dalle ritmiche di batteria (anche se ovviamente il buon Mirko Virdis non risparmia qualche bella sfuriata di blast beats). Nell’arco di questa mezz’ora abbondante i brani che risaltano maggiormente sono sicuramente la traccia d’apertura “Embrace The Permeation Of Plague”, dotata di grande impatto, ma anche “Sterile Planets”, “Entitlement Of Scourge” e “Crowding At The Edge Of Cosmos”, che spiccano per la struttura particolarmente solida e la composizione ben definita ed articolata.
Con questo full-length la band presenta anche il nuovo cantante Michele Sassano, che svolge un ottimo lavoro riempendo i brani di growl ruggenti e pig squeal notevoli; ovviamente non possiamo tralasciare il fondamentale contributo portato dai chitarristi Emanuele Ottani (Hatred, Valgrind) e Alberto Baroni, né tantomeno quello di Marcello Tavernari al basso il quale, come già fatto nel recente disco dei Logic Of Denial, mostra le ottime qualità di cui è in possesso. Abbiamo già parlato infine dell’ottimo lavoro svolto da Mirko Virdis dietro le pelli.
C’è ben poco da aggiungere: Deracinated Celestial Oligarchy è un bell’album di death metal personale e moderno. L’Italia non potrà vantare lo stesso numero di uscite annuali di altri paesi europei o americani, ma in quanto a qualità ha di che farsi valere.
7.5