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Grazie!
Come nasce la musica nei Venrez?
I nostri pezzi nascono in primis da me e Jason, a volte si parte da un testo scritto e lui trova la musica perfetta da suonarci, oppure si parte da alcuni riff di chitarra che mi dicono cosa deve dire il testo. Ognuno mette del suo, io e lui abbiamo un’alchimia perfetta quando si tratta di suonare, ci capiamo al volo e non c’è bisogno di troppe spiegazioni.
La formazione è di grandi musicisti, qual è il loro passato?
Jason e il batterista Ed Davis suonavano nei Juliette and the Licks, l’altro chitarrista Alex Kane ha fondato i Life Sex and Death (LSD) e suonato con i Marky Ramone’s Blitzkrieg.
American Illusion, il vostro secondo disco, di cosa parla?
Amo poter dare dei messaggi attraverso la mia musica, e in questo caso abbiamo parlato della falsa libertà che viene venduta nella nostra società e nel resto del mondo. Il nostro Paese è stato costruito dalle persone e deve tornare nelle loro mani al più presto perché non possono esserci sempre e solo i soldi al primo posto. Muoiono migliaia di persone ogni giorno per il semplice fatto che non hanno un’assicurazione sanitaria e non possono permettersi di curarsi ma allo stesso tempo abbiamo milioni di dollari spesi per bombardare la Siria per conquistare nuovi territori colmi di petrolio e questa cosa è terribile.
Il vostro sound su disco è molto grezzo, com’è stata la registrazione?
Ci piace registrare quasi live, mentre jammiamo sperimentiamo e buttiamo dentro tutto quello che abbiamo. Non amiamo sovraincisioni o cose costruite, suoniamo ciò che ci viene dal cuore senza modifiche, senza tagli, senza costrizioni. Stasera avevamo solo mezz’ora di scaletta, quando siamo da soli invece, tendiamo a suonare anche pezzi di sette minuti che sono anche i nostri preferiti.
Il vostro stile è molto particolare, come lo definireste?
Ven: Molti ci paragonano agli Audioslave, o ad altri gruppi del genere, ma dopo alcuni ascolti cambiano idea perché siamo molto differenti. Direi che il nostro è un sound dark&heavy.
Jason: credo sia importante non chiedersi mai che genere si vuol fare altrimenti ti tagli la coda da solo. Bisogna lasciar fluire la propria creatività senza porsi dei limiti.
Il futuro cosa prevede?
Sicuramente usciremo con un altro progetto di me e Jason che si chiamerà Godshoot. Il sound sarà ovviamente rock e il nome rappresenta il momento esatto in cui si decide di fare un cambio radicale di vita, quel momento in cui si riceve un segnale e si vede tutto da un altro punto di vista.