(Xtreem Music, 2013)
1. Intro;
2. Keepers of Chaos;
3. I.N.R.I (Iesus Nazarenus Rex Insecta);
4. Hordes ov Vermin;
5. In the Name;
6. Glorious Sacrilege;
7. Verminous Fluids – Part II;
8. Old is the Shadow of Death;
9. Immersed in Semen;
10. The Gospel of Verminous
I Verminous fanno parte di quell’ondata di gruppi che da alcuni anni a questa parte hanno portato a nuove glorie l’old school death metal svedese, riproponendone talvolta i clichés, ma ancora più spesso arrivando a versioni proprie e personali di qualità. Nati dalle ceneri dei Delve, i Verminous giungono al traguardo del secondo album ufficiale che, possiamo dirlo, segna la loro consacrazione come uno dei progetti più riusciti nel genere.
Scendendo nei particolari, questi svedesi non si limitano a riproporre il caratteristico sound dei Sunlight Studios tipico di Entombed o Dismember (cosa che ai Katalysator riesce piuttosto bene), ma tentano una via personale e ottimamente riuscita, che vuole unire alcuni aspetti dei gruppi storici dei primi anni ’90 (e fine anni ’80, aggiungerei) con le innovazioni apportate da alcuni epigoni esplosi molti anni dopo. Per questo accanto all’istintività senza fronzoli di Nihilist o Merciless (come in uno degli episodi migliori, “Hordes ov Vermin”) troviamo passaggi degni dei migliori Kaamos (“I.N.R.I (Iesus Nazarenus Rex Insecta)”, “Verminous Fluids – Part II”, “In the Name” o “Immersed In Semen”) o richiami a quelle meteore che furono i Repugnant nemmeno troppo tempo fa. Fra stop’n’go, ripartenze al fulmicotone e qualche tupa-tupa, troviamo un ottimo concentrato di tutto quel che dovrebbe essere un disco old school death metal di questo tipo: una particolare avversione per la religione che si riversa nei brani e nelle blasfeme copertine, una capacità innata nel rinnovare un’eredità, quella svedese, che grava sulle spalle di ogni gruppo di lì originario e la bravura nel condensare tutto questo in appena trentadue minuti di disco.
Promuoviamo i Verminous senza alcuna riserva, The Unholy Communion è un’ottima uscita che farà la gioia di tutti i fanatici del genere: diretto, cattivo e senza pause, è quel che ci voleva.