(Dusterwald Produktionen/witching Metal, 2011)
1. Narcotoxic Overdose
2. Scat ‘till Death
3. Gruesome Fornication
4. White Poison
5. Proliferation of the Planet’s Cancer
6. Possession of Evil Will
7. Analfisted by Satan
8. Flesh for Masses
9. Raging Dogs
10. Sex Slave Zombie
11. H.K.H.K.H.P.
Direttamente dalla nostra capitale arrivano i Vesper, terzetto dedito a sonorità thrash-black formatosi nel 2008, che giunge all’esordio con l’album Possession of Evil Will, licenziato dalla tedesca Düsterwald Produktionen.
Gli stessi Vesper affermano, con onore, di suonare “fuck black vomit porn rock ‘n’ roll” (di certo l’autoironia non manca loro), e di essere totalmente esuli da tematiche riguardanti paganesimo e cliché vari tipici della comune band black metal: solamente “drink and rock and roll attitude”. Con un antipasto del genere possiamo tranquillamente dire che ci sarà da divertirsi. Non possiamo fare altro che mettere lo stereo a tutto volume e catapultarci nell’ascolto di questo Possession of Evil Will.
Come anticipato la proposta del combo capitolino è un mix di sonorità black e thrash metal con un appeal fortemente rock ‘n’ roll, un viscerale intruglio di marciume che ha reso celebri band storiche come Venom ed Hellhammer. Durante l’ascolto ci pare di sentir aleggiare, in diverse occasioni, lo spettro dei mostri sacri del rock ‘n’ roll più ignorante ed oltranzista, i Motorhead del prode Lemmy Kilmister. Gli undici brani che compongono il disco propongono tutti lo stesso mix letale di riff affilati e sanguigni e, affiancati dalla voce del cantante/bassista Sho che sembra provenire dai più reconditi meandri dell’inferno, percorrono in linea retta i binari della più totale depravazione, in un mix lisergico nel quale non viene mai meno la fredda e inquietante atmosfera black. Un fiume in piena dove scorrono sesso, droga e rock ‘n’ roll con un incedere violento ed incurante di ciò che gli si presenta di fronte, per sfociare poi in un estuario che conduce direttamente nel mar nero della dannazione. La vena metaforica ispirata da questo lavoro nel cercare nuove definizioni ad esso è praticamente inesauribile! Alla luce di ciò che abbiamo scritto si evince che ascoltando questo album non si noti nulla di innovativo, i Vesper non aggiungono nessun ingrediente nel calderone del black metal che non sia già stato usato. Importante però notare come nonostante tutto rimangano tutto sommato personali, fortemente godibili e mantengano sempre alta l’attenzione dell’ascoltatore grazie all’indiscutibile tiro delle undici schegge presenti nel disco: decisamente una produzione da buttar giù tutta d’un fiato.
Veramente un grande esordio per la band romana, un lavoro divertente e oscuro quanto basta perché diventi la colonna sonora delle vostre serate più festaiole. Cercate un alternativa alle band storiche citate in precedenza? Siete adepti della “musica nera” e cercate qualcosa di divertente, oppure qualcosa per avvicinarvi ad essa che non comporti passaggi troppo traumatici? Allora questo è il disco che fa per voi: join the scum!
7