(Azermedoth Records, 2012)
1. My Return to the Mountains;
2. The Coldest Winter;
3. On Northern Land
Wolfhowl è una one-man-band black metal proveniente dalla Grecia il cui mastermind è tale Faethon che giunge qui al suo debutto discografico con un ep composto da tre canzoni e pubblicato da Azermedoth Records, etichetta che ha già lavorato con nomi più conosciuti nell’ambiente come Besatt o Naer Mataron.
Non vi è molto da dire effettivamente su questa uscita, se non che lo stile proposto da Wolfhowl si discosta decisamente dai gruppi e dai progetti che più hanno segnato la storia di questo piccolo e caldissimo stato pieno di cultura (Varathron, Nocternity, Rotting Christ, Thou Art Lord o Stutthof sono su tutt’altre coordinate) e sembra richiamarsi sia iconograficamente che musicalmente più alla scena est-europea che a quella della madrepatria. Testi, comprensibili visto che il cantato è in inglese, che si rifanno alla natura, specialmente a quel tipo “autunnale” che spesso viene idolatrato dai gruppi black e riff che ricordano i gruppi nord europei di inizio anni ’90 (con magari una piccola predilezione per i Forgotten Woods in “The Coldest Winter”) e in certi punti gli acclamatissimi Drudkh, pur senza raggiungerne le vette compositive, ne sono le caratteristiche principali. In generale non ci troviamo davanti ad un lavoro da buttare, ma di questi tre brani rimane davvero poco alla fine se non certi passaggi di “The Coldest Winter”, il cantato quasi “asmatico” di Faethon (un po’ alla Lutomysl, ma che tenta anche la strada di un pulito “stonato” vicino all’ultimo Burzum) e un uso della drum machine che deve sicuramente essere perfezionato, soprattutto nelle parti più veloci.
In un anno (e, soprattutto, in un genere) in cui sono previste, o sono già avvenute, uscite clamorose, questo My Return To The Mountains passa sicuramente in secondo piano; pur senza mettere in dubbio l’autenticità della musica che propone, Wolfhowl dovrebbe tentare di trovare una via più personale, affinché le sue uscite possano risaltare all’interno della media mediocre che affligge il black metal. Consigliato solo agli irriducibili.
5.5