(2013, Three One G , Tannen Records, Offset Records, Santeria)
01. Lucy In The Sky With King Diamond
02. Sick And Destroy
03. Decomposition N. !!!
04. Set Panzer To Rock
05. Beelzebulb
06. La Morte Young
07. Giorgio Gaslini Is Our Tom Araya
08. Bach To The Future
09. Eroica
10. Grey Cerebration
11. Blast But Not Liszt
Gli Zeus! non hanno certo bisogno di presentazioni. Luca Cavina e Paolo Mongardi sono due loschi figuri già ampiamente conosciuti all’interno della scena underground italiana: le esperienze con Calibro 35 (il primo) e Fuzz Orchestra/Ronin (il secondo) parlano per loro. Dando quindi per scontato che li conosciate, e che abbiate ascoltato il loro disco d’esordio, provate ad immaginare cosa potrebbe succedere se si unisse questa potenza di fuoco alla psicosi di Justin Pearson, leader dei nevrotici The Locust e mastermind della Three One G, label di culto ben nota agli appassionati dell’estremismo sonoro. Una vera e propria esplosione. Ebbene, manco a dirlo è successo: Opera esce per la Three One G, c’è un cameo di Justin, ed è un disco devastante.
Ma andiamo con ordine. La follia – parola abusatissima, ma qui perfettamente calzante – degli Zeus! parte da una dimensione extra-musicale: Opera è un album concettualmente citazionista, un’unica grande presa per il culo. Titoli come “Lucy In The Sky With King Diamond”, “Giorgio Gaslini Is Our Tom Araya”, “Blast But Not Liszt” non hanno bisogno di chiarimenti; gli Zeus! si prendono in giro alla grande, neanche fossero una versione post-grind di Elio e Le Storie Tese. Le citazioni le troviamo disseminate ovunque, tanto nell’artwork (il font degli Area usato per il titolo del disco) quanto nei pezzi; e proprio addentrandoci nel lato squisitamente musicale troviamo le sorprese più succulente. Innanzitutto, gli Zeus! sembrano aver abbandonato la rigida formula basso-batteria, accogliendo saltuariamente interventi esterni come quello di Justin Pearson (nella tellurica e dillingeriana “Sick And Destroy”), quello di Vincenzo Vasi (il cui theremin esplode incontrollato in “Lucy In The Sky With King Diamond” e “Eroica”, inaspettato episodio kraut-psych che spezza in due l’album) e quello di Nicola Ratti, già compagno di Mongardi nei Ronin e suo complice in “La Morte Young”, sghemba e minimalista, e “Giorgio Gaslini Is Our Tom Araya”, selvaggio rituale che omaggia contemporaneamente Slayer, Zu e il noto jazzista italiano. Gli Zeus! stuprano i Lightning Bolt, reinterpretandoli in chiave post-moderna ed evitando così di diventarne gli epigoni; il groove sbilenco di Primus e NoMeansNo si insinua in un contesto jazz/grind che vive di citazioni (il machismo metallaro di “Decomposition N. !!!”, l’hardcore destrutturato di “Set Panzer To Rock”) e spazza via tutto quello che si para sulla sua strada. Gli Zeus! ci propinano un magma sonoro assurdo e gustosamente incoerente, non innovativo ma senz’altro coraggioso; Opera ha una sua logica interna difficile da cogliere ma anche da mettere in dubbio, perché quella degli Zeus! è musica composta contemporaneamente con cervello, cuore e palle quadrate. La demenzialità a tutti i costi non è altro che un specchietto per le allodole, perché alle sue spalle si nasconde una proposta musicale cerebrale e, soprattutto, dannatamente seria. Con gli Zeus!, paradossalmente, non si scherza; in Italia, di dischi del genere non ne sentivamo da un po’. Pare che anche in California se ne siano accorti.
8.0