(Century Media Records, 2015)
1. Dead Man’s Path
2. Soul Razer
3. Imperium (Kill Force Rising)
4. Corporate Weaponry
5. Blood of the Fallen
6. Resistance Is Victory
7. 12th Prophecy
8. Extinction Personified
9. Fragmental Sanity
10. Face Your Fear
Non credo sia necessario dilungarsi in lunghe presentazioni: la band di cui parliamo oggi è attiva da ben ventotto anni e ha scritto buona parte della storia del metal estremo made in U.S.A., influenzando poi tutte le nuove formazioni a venire. Formatisi a Buffalo nel 1987, i Malevolent Creation abbracciarono da subito la scuola death metal floridiana per proporre un sound granitico, corposo e fortemente debitore al death/thrash ottantiano.
Oggi gli americani tornano a calcare le scene con un disco fresco di pubblicazione intitolato Dead Man’s Path, che vede la luce a ben cinque anni di distanza dal precedente Invidious Dominiom; un lasso di tempo decisamente maggiore rispetto a quanto i Nostri ci avevano abituato in passato, durante il quale è avvenuto anche un cambio dietro le pelli, con Justin DiPinto subentrato a Gus Rios . Quest’ultima fatica dei Malevolent Creation si presenta come un disco maturo e ben curato sotto ogni dettaglio, partendo da un artwork accattivante e finendo con una produzione precisa e monolitica. Un’altra caratteristica che risalta rispetto al passato è un taglio più cupo ed oscuro dato al songwriting che, pur rimanendo ben ancorato agli stilemi del genere e legato al trademark del quartetto floridiano, risulta comunque lievemente rinnovato.
Alla title-track l’importante compito di aprire le danze: si parte con un incipit lento e malinconico dal quale via via prende forma un brano di stampo death/thrash caratterizzato da un mood oscuro ed un incedere piuttosto pacato. Si passa poi a “Soul Razer”, che funge da rovescio della medaglia proiettando l’ascoltatore in un tunnel di violenza e ferocia belluina, un assalto di old-school death metal che riporta indietro il tempo all’epoca del fortunato The Will To Kill, tra riff incalzanti ed un drumming terremotante. “Corporate Weaponry” è invece un brano classico, improntato su tempi medi ed arricchito da una vena melodica dal taglio vagamente epico. “Resistance Is Victory” si può tranquillamente definire come la punta di diamante di questo Dead Man’s Path: si tratta di un brano assassino, una pura aggressione frontale tra piogge di blast e accelerazioni al fulmicotone che sul finale calerà la pressione sul piede dell’acceleratore in favore di riff granitici carichi di groove. Menzione speciale a “Fragmental Sanity”, uno dei brani più azzeccati del lotto, in cui riff quadrati sorreggono una ficcante sezione ritmica producendo numerosi stop ‘n’ go e break spezzacollo; insomma, parliamo della solita formula ampiamente rodata che non farà prigionieri tra il pubblico.
Un ritorno in pompa magna. I Malevolent Creation non si possono certamente elencare tra quelle formazioni che amano dormire sugli allori o campare sulla propria fama, Dead Man’s Path è un platter completo e coerente in grado di deliziare sia le nuove leve sia gli appassionati più scafati del metallo mortifero. Promossi a pieni voti dunque: speriamo di poterceli gustare presto dal vivo nel Bel Paese.
7.5