(Sevared Records, 2013)
1.Split Thickened Vulvar Skin
2.Dirty Rotten Infibulation
3.Azoospermic Infertility
4.Deformed Tits Collection
5.Grotesque Prosthetic Prolapse
6.Abdominal Ectopic Pregnancy
7.Involuntary Manorexia
8.Orgasmic Sensation Through Fecal Ingestion
Penso di poter affermare, senza rischiare di allontanarmi troppo dalla realtà, che i Vulvectomy possano essere definiti i portabandiera dello slam brutal death metal made in Italy. Formatisi nel 2007 dall’unione del prolifico Mario Di Giambattista con Diego Fanelli e Giorgio Cavalieri, il trio italico si è posto come obiettivo principale la diffusione in tutto il globo del verbo dello Slam più becero, pesante e violento.
Abusing Dismembered Beauties è il terzo full-length dei Vulvectomy ed esce a tre anni dal predecessore. Basta una rapida occhiata all’esplicito artwork, decisamente macabro e truculento, per solleticare il palato di tutti gli amanti delle sonorità più brutali e per far capire all’incauto ascoltatore che presto si troverà a fare i conti con badilate di death metal sanguinolento e “in your face”. Dopo una breve introduzione “Split Thickened Vulvar Skin” attacca in tutta la sua violenza, dimostrandosi brano feroce e incalzante, basato su riff pachidermici, rallentamenti ultra-heavy tipicamente slam e piogge di blast-beats in controtempo; in generale l’esecuzione è piuttosto veloce e chirurgica, arricchita magistralmente dal growl gutturale e dai pig squeals del vocalist Diego Fanelli, dotato di una timbrica decisamente personale e facilmente riconoscibile. In linea di massima i brani successivi proseguono tutti lungo questo tragitto, tracciato con perizia e grande devozione agli stilemi tipici dello slam; quello che colpisce positivamente è l’ottimo fraseggio tra chitarra e basso, capaci di originare un poderoso wall of sound unendo trame decisamente quadrate e lineari ad alcuni cambi di ritmiche che riescono a spezzare l’alone di monotonia che altrimenti verrebbe a crearsi nei brani che superano i tre minuti e mezzo. Volendo stilare una sorta di classifica interna a questo Abusing Dismembered Beauties, ritengo maggiormente degne di note la doppietta formata da “Deformed Tits Collection” e “Grotesque Prosthetic Prolapse”, nelle quali il combo italico riesce a dare il meglio di sé colpendo duro e privilegiando le parti più veloci ed assassine, senza ovviamente mai tralasciare il groove originato dai riffoni stoppati e dei rallentamenti slam; tra l’altro in entrambi i brani si nota una maggiore perizia nella programmazione della drum-machine, anche se il risultato è comunque ben lontano da quanto si otterrebbe con un batterista in carne ed ossa. Segnaliamo anche “Involountary Manorexia”, una cavalcata brutale pregna di “marciume” e violenza sonora, dotata di un appeal magnetico: sicuramente riscuoterà grandi consensi quando sarà riproposta dal vivo.
Arrivando a trarre le conclusioni non si può evitare di ripetere che la drum-machine, per quanto ben programmata, finisca per indebolire il risultato finale; nonostante ciò, ci troviamo davanti a un prodotto comunque soddisfacente che, per quanto un po’ statico, regalerà svariati momenti di esaltazione a tutti gli “aficionados” del genere. In fondo questo è lo slam, e probabilmente nulla potrà mai cambiarne il volto.
7.0