(New Standard Elite, 2013)
1. Introcorruption
2. Smothered
3. Feast
4. Coagulation
5. Degeneracy
6. Defecation
7. Congenitals
8. Suppuration
9. The Cessation
Gli inglesi Scatorgy si sono formati nel 2008 e, pur mantenendo un basso profilo, hanno sempre portato avanti un’intensa attività a base di live shows nell’underground della madre patria. Dotati di una buon reparto tecnico e un’affinata maestria nel manipolare il brutal death metal, finalmente, dopo un lunga attesa, i Nostri hanno dato alle stampe il loro primo full-length album omonimo.
Scatorgy è un disco che non lascia spazio a dubbi, bastano infatti i cinquantanove secondi di “Introcorruption” per mettere subito in chiaro gli intenti della band: slam brutal death metal no compromise, un’aggressione a testa bassa senza fronzoli, tutta muscoli e violenza debordante. Sia l’intro sia l’ultimo brano, “The Cessation”, sono pezzi strumentali che fungono da contorno al cuore pulsante del disco, composto dalle rimanenti sette tracce; in questi brani opposti nella tracklist si percepisce un’aura vagamente old-school e vi è presente un fraseggio chitarristico che riporta alla mente i Suffocation e i primi Deeds of Flesh, con un risultato decisamente gradevole e accattivante. È però col secondo brano “Smothered” che i ragazzi di Hull cominciano a fare sul serio: veniamo investiti da un poderoso wall of sound, costruito su un solido muro di blast-beats, accelerazioni terremotanti, raffiche di gravity-blast e un serie di riff quadrati e monolitici opera della coppia chitarra / basso, con uno stile e un appeal che ricorda i Devourment nella loro forma migliore, a cui vanno aggiunti alcuni massicci quanto poderosi rallentamenti slam. Sebbene di base il disco sia sempre orientato su velocità elevate e su ritmiche forsennate, si nota l’alternanza tra brani più tirati, come la doppietta formata da “Feast “ e “Coagulation”, ed altri più cadenzati, caratterizzati da rallentamenti pachidermici, come in “Degeneracy” e “Congenitals”; da segnalare anche l’ottima “Defecation”, un brano in cui le linee di basso risaltano maggiormente e la cui ritmica feroce ed assassina scatenerà sicuramente l’inferno in sede live. Mai in secondo piano le gorgoglianti linee vocali di James Shuster, che si destreggia con disarmante facilità tra inhale, growl gutturali e pig-squeals, tecniche che si sposano a meraviglia con il sound della band e che ricordano lo stile del leggendario Matty Way, pur non raggiungendo ovviamente il suo stesso carisma. Quello che rende Scatorgy un disco interessante è la sua, passatemi il termine, “sincerità”, unita ad un songwriting maturo che insieme consegnano all’ascoltatore un prodotto di facile assimilazione, capace di divertire anche il deathster più scafato, riuscendo inoltre, con grande maestra, a mantenere intatti tutti i dettami dello slam senza cadere nel “già sentito” o nel banale.
Gli Scatorgy sono l’ennesima dimostrazione che una grande passione, coadiuvata dall’esperienza maturata spaccandosi la schiena per anni nell’underground, possono dar vita a dischi capaci di tener testa a quelle produzioni “plasticose” e ultra pompate, spesso ostentanti un dispiego di tecnica fine a se stessa, che paiono andare tanto di moda in questi ultimi tempi nel panorama dell’extreme metal. Considerando la genuinità di questo debut album siamo certi che nel futuro, con un pizzico di personalità in più, questi ragazzi potranno ambire a risultati ancora superiori!
7.0