(Metal Blade Records, 2013)
1. In Hell Is Where She Waits For Me
2. Goat of Departure
3. Into the Everblack
4. Raped In Hatred By Vines Of Thorn
5. Phantom Limb Masturbation
6. Control
7. Blood Mine
8. Every Rope A Noose
9. Their Beloved Absentee
10. Map of Scars
Dopo anni di onorata carriera c’è ancora chi etichetta i The Black Dahlia Murder come una band deathcore, un errore decisamente grossolano dato che dall’uscita del fortunato Nocturnal il combo del Michigan propone un ottimo melodic-death metal basato sullo stile degli At The Gates con alcune fugaci incursioni in territorio black metal.
Con questo Everblack i Nostri raggiungono il prestigioso traguardo del sesto album da studio in dodici anni e si confermano come una realtà altamente produttiva e sempre attiva sul fronte live shows; nonostante quest’ondata di successo costantemente in crescita, però, i ragazzi sono rimasti sempre con i piedi ben saldi a terra comportandosi con modestia ed affabilità. Tornando sull’ultimo nato in casa The Black Dahlia Murder, il primo brano “In Hell Is Where She Waits For Me” mette subito in chiaro le cose sfoderando una serie di riff rapidissimi dal DNA 100% death metal, un vero e proprio assalto frontale preceduto da una mini introduzione di circa un minuto fatta di melodie dall’incedere lento ma stentoreo. Ci spostiamo poi su coordinate più aggressive, come dimostrano “Into the Everblack” e “Phantom Limb Masturbation”, brani incalzanti, che viaggiano rapidi e diretti, dotati di linee di basso sempre in primo piano e alcuni riffoni stoppati catchy al punto giusto; viene inoltre messo in evidenza un refrain melodico assai riuscito che vi entrerà presto in testa. Si continua con brani dallo stile melodic-death classico, mai banale ma sempre rivolto a At The Gates e Dark Tranquillity, fino ad incappare nell’episodio più cupo e feroce dell’intero platter, ovvero “Every Rope A Noose”, in cui compaiono palesi influenze black metal e i toni si fanno decisamente più maligni; nella seguente “Their Beloved Absentee” si percepisce invece l’ombra dei Neuraxis e del loro death melodico dal grande impatto tecnico. Nell’edizione limitata è possibile assaporare la bonus-track “Seppuku”, un brano costruito su d’una struttura death/thrash d’assalto con un guitar solo di pregiata fattura e un finale violento ed epocale. L’intera opera ruota su questa continua alternanza di forza d’impatto violenta ed incontrollata con sapienti melodie dal mood oscuro, elementi che fondendosi creano un poderoso wall of sound dal grande carisma, capace di toccare l’anima dell’ascoltatore.
Diciamocelo chiaramente, i The Black Dahlia Murder sanno maneggiare con efficacia la “materia” melodic-death metal, e lo fanno con grande disinvoltura e competenza: cercare di relegarli ancora a quella scena deathcore che ormai non gli appartiene più o provare a sminuirli per come si mostrano al pubblico è ingiusto e svilente. Fortunatamente i cinque del Michingan non hanno mai fatto caso a certe sterili critiche, e hanno continuato ad offrire, come in questo emblematico caso, dei dischi di elevato spessore ai propri sostenitori.
7.5