(Willowtip Records, 2013)
Provate ad immaginare una rivisitazione in chiave brutal death metal degli Immolation, poi andate ad aggiungervi un pizzico dei primi Deeds Of Flesh, e otterrete i Saprogenic del 2013. L’ultima fatica del combo di Detroit vede la luce dopo ben sette anni dall’ultimo full-length Ichneumonid e presenta una serie di innovazioni stilistiche evidenti rispetto al passato.
Expanding Toward Collapsed Lungs è indubbiamente un disco di robusto BDM, ma con le radici ben piantate nell’old-school death di matrice statunitense, con una spiccata attitudine anni ’90. Lasciato perdere il growl completamente gutturale ed alcuni pattern ulta-groovy che avevano caratterizzato le prime due releases, i Nostri si sono focalizzati nel dare una maggiore profondità ed impronta personale alla propria musica. Tuffandoci nell’ascolto del platter si capisce dopo una manciata di brani come i ragazzi del Michingan siano riusciti ad evolversi senza perdere di vista le proprie origini: la doppietta di apertura composta da “Removing a Phantom Limb” e “Eat My Heart” mette in mostra un sound potente e coeso che fonde caratteristiche care ai sopra citati Deeds Of Flesh e ai Broken Hope, con rasoiate e riff pachidermici a la Pyrexia, il tutto interpretato in una chiave decisamente personale, come solo i Saprogenic sanno fare; nella terza traccia “Choking Victim” e nella title-track, invece, il sound si fa più vicino ai due album precedenti , poi come un fulmine a ciel sereno arriva “Mutated Deception”, brano corposo e quadrato che picchia duro e trita tutto senza fare prigionieri, molto ispirata anche “Navigating the Human Eye”, brano dotato di aspetti prettamente tecnici molto accattivanti e tempistiche complesse che alternano repentine accelerazioni a rallentamenti spezzacollo sui quali aleggia lo spettro degli Immolation. Come se tutto questo non bastasse, ecco la ciliegina sulla torta “Night’s Blood”, una cover dei mai sufficientemente riveriti Dissection, rivisitata con grande maestria senza alterarne minimamente la sostanza, un degno brano di chiusura per un album decisamente sopra la media.
Come molti di voi sapranno il panorama brutal-death moderno sta andando molto forte, soprattutto per quanto riguarda la corrente slam, grazie alla nascita di validissime nuove realtà underground; nonostante ciò, la maggior esperienza di coloro che sono nati nel periodo d’oro è innegabilmente garanzia di prodotti difficilmente superabili; i Saprogenic sono tornati dopo una lunga pausa e lo hanno fatto con grande carattere dimostrando che “la vecchia guardia” sa ancora come imporsi nel mercato odierno.
7.5