(Code666 Records, 2013)
1. To Perdition
2. Far Beyond All Scourges
3. Swines Graced Gods
4. Cursed Be Your Breast
5. Caro Data Vermibus
6. Larvae
7. Ornaments For Derision
8. Ex Abrupto
9. Words Like Worms
10. Feeding Suggerings
11. Damnatio Ad Bestias
Dalla Toscana con furore, una delle band black metal più feroci, estreme ed allo stesso tempo espressive provenienti dal Bel Paese. Formatisi nel 1993, gli Handful Of Hate hanno da subito dimostrato una spiccata attitudine per la versione più violenta e scatenata del metallo nero di palese derivazione dalla scuola svedese, senza però tralasciare certe soluzioni oscure e mai scontate atmosfere luciferine; in tanti anni d’onorata carriera si sono dimostrati efficacissimi tanto su disco quanto in sede live ed ora sono pronti a colpire ancora.
Giunti sul finire del 2013, in concomitanza con l’arrivo del gelido abbraccio invernale, i Nostri pubblicano la loro ultima fatica To Perdition, un disco che sin dal titolo mette in chiaro i propri intenti, promettendo un viaggio terrificante in un abisso senza fondo di perdizione, depravazione e miasmi infernali. L’opener e title-track apre le danze con un furioso assalto sonoro dalle tinte glaciali che aggredisce frontalmente l’ascoltatore, facendo sfoggio di velocità esasperate e riff vorticosi, segue “Far Beyond All Scourges”, brano in puro stile Dark Funeral caratterizzato da passaggi facilmente memorizzabili e riff taglienti dall’efficacia chirurgica. “Cursed Be Your Breast” è un manifesto di forza esplosiva e passaggi più ricchi di groove, risultano invece più tenebrose “Ornaments For Derision” e “Words Like Worms”, entrambe caratterizzate da un incipit monolitico velocissimo che prelude a melodie più malate, con cambi di tempo disturbanti e litanie dal mood demoniaco ed allo stesso tempo magnetico. To Perdition è quanto più si avvicina ad un manifesto completo e poliedrico del black metal, è un disco che riesce ad amplificarne al massimo tutte le sfaccettature senza tralasciare alcun particolare, arricchito da una produzione nitida e potente che ne esalta ai livelli massimi la forza d’impatto.
Un disco con caratteristiche simili, valido dalla prima all’ultima traccia non può e non deve passare inosservato. Nel suo piccolo, un capolavoro, che rifugge le ormai troppo abusate sperimentazioni e ibridazioni “post” in favore di una totale e maligna forza distruttiva; con tali premesse un voto alto non può che essere meritato, assieme a tanti complimenti agli Handful Of Hate che da un po’ di anni a questa parte stanno compiendo passi da gigante.
8.0