(Sevared Records, 2014)
1. Body of Work (Intro)
2. Gorging on Putrid Discharge (Septic Felch, Wretched Belch)
3. The Local Flavour
4. Infanticidal Dysmorphia
5. Skullfuck Lobotomy
6. Psychotropic Suicide
7. When Whores Meet Saws
8. Subatomic Insemination
9. Six Feet Deep
10. Dissect, Molest, Ingest
11. Toolbox Abortionist
12. Outro
Ambasciatori del brutal-death metal più becero e dalle tinte slam, gli Amputated dopo una lunghissima gestazione giungono finalmente alla pubblicazione del terzo album da studio sotto l’egida della sempre attenta Sevared Records.
Per tutti coloro che hanno seguito questa band sin dalla formazione avvenuta nel 2002, saranno balzati agli occhi i grandi miglioramenti e passi da gigante effettuati dal combo di Bristol, partito da un brutal-death metal ultra gutturale caotico, senza arte né parte e piuttosto scadente, per arrivare ad una versione maggiormente rifinita e coesa migliorando mostruosamente sia dal punto di vista compositivo che esecutivo, probabilmente grazie anche al notevole cambio di line up avvenuto nel 2012. Mentre il debut album Gargling with Infected Semen risultava scialbo e noioso, soprattutto a causa di un cantato totalmente uniforme e privo di qualsiasi tonalità, Wading Through Rancid Offal a distanza di soli tre anni pareva provenire da una band completamente differente, per i suoi suoni potenti e nitidi, i riff ispirati, le velocità micidiali e una prova vocale marcia degna di nota con buona alternanza di growl e guttural squeals. Su questa stessa scia arriva l’ultima fatica intitolata Dissect, Molest, Ingest, un disco che sin dai primi minuti riesce a catturare l’ascoltatore grazie ad una miscela esplosiva di violenza sonora e perizia esecutiva. Dopo l’intro “Body of Work”, ispirata a horror movies e follie di killer psicopatici, veniamo letteralmente assaliti dalla furia di “Gorging on Putrid Discharge (Septic Felch, Wretched Belch)”, brano in puro stile Disgorge (US) e primi Aborted, caratterizzato da un riffing frenetico ed ispirato, passaggi serrati e terremotanti pattern di batteria. I brani successivi proseguono su queste coordinate variando di volta in volta le dosi di groove, con sapienti innesti slam come in “Infanticidal Dysmorphia”, una vera e propria “killer track” caratterizzata da una pioggia di blast-beats, chitarre ultra distorte e rallentamenti tritaossa a là Gorgasm. Indimenticabile risulta essere la doppietta formata da “Psychotropic Suicide” e “When Whores Meet Saws”, brani dinamici sparati a velocità folli in cui poderose rasoiate chitarristiche costruiscono un massiccio wall of sound, che vi crollerà letteralmente addosso circa a metà del minutaggio grazie a pachidermici rallentamenti slam. Ottima anche la conclusiva “Toolbox Abortionist”, cavalcata granitica impreziosita da alcuni innesti old-school death, il tutto in favore di un tripudio fatto di violenza e gore-splatter che sfumerà poi nelle atmosfere “creepy” dell’outro.
Dissect, Molest, Ingest è un disco completo ed energico, sicuramente sopra alla media della classica pubblicazione brutal-death metal; gli Amputated hanno compiuto un lavoro egregio e di fronte a cotanta abilità non possiamo che godere dell’ascolto della loro distruttiva veemenza sonora, in attesa del prossimo appuntamento con il quinto album.
7.0