(Golden Antenna Records, 2015)
1. Corpses Colide
2. Finster Wald
3. Suffer
4. Avalanche Cities
5. Wintercvlt
La notizia dello scioglimento degli Omega Massif ha sicuramente intristito più di una persona amante del loro personale modo di intendere il post metal strumentale. Poco dopo questa notizia, sono arrivate voci su un nuovo gruppo comprendente il chitarrista e il batterista della formazione tedesca. L’esordio dei Phantom Winter è tale da non fare rimpiangere minimamente il gruppo di origine.
Cvlt è composto da cinque dolorosissimi brani che hanno come filo conduttore una fascinazione per l’oscuro e l’ignoto (facilmente riscontrabile nell’ottimo artwork a cura della Hummel Grafik, già nota per le cover dei dischi dei Planks) cara a scrittori come Poe e Lovecraft. I componenti del gruppo definiscono la loro musica “Winterdoom” e in effetti bisogna dire che mai definizione è stata più azzeccata. Raramente i tempi accelerano e la pesantezza dei riff è palpabile. La parti di chitarra rispetto al passato sono semplificate, rendendo così la resa più diretta e rozza. Il cantante Crisitian Krank è paragonabile come inumanità dello scream a Colin Van Eeckhout degli Amenra: urla indicibili che ricordano un animale in agonia. “Finster Wald”, per buona parte strumentale, porta alla memoria l’epicità che contraddistingueva l’ottimo Karpatia, con un minaccioso senso di inquietudine che aleggia per tutta la sua durata. Una sensazione che si palesa nel finale con urla di Banshee e una forza tale da lasciare attonito l’ascoltatore. Al combo tedesco piace giocare con i nostri nervi e in “Avalance Cities” l’arpeggio di apertura tipico dei brani post rock diventa una colata di lava incandescente. Il brano finale è un interessante connubio tra la malinconia post metal e la furia iconoclasta tipica del black metal.
Per gli amanti delle sonorità potenti e colme di tensione Cvlt potrebbe rivelarsi una vera epifania, grazie ad un equilibrio perfetto tra irruenza e ricercatezza. Ad oggi è il miglior esordio dell’anno.
8.0