(Atypeek Music, 2015)
1. A Dead Weight
2. The Face
3. Leaving a Trail
4. Breath
5. Never Ending
6. Lonesome
Dischi come Reflect Your Pain sono la conferma che l’anfetaminico rettile creato da Haze XXL molti anni or sono ha intaccato la mente e lo stomaco di noi europei. Proprio recentemente abbiamo potuto ascoltare ottimi lavori di ambito noise sia dall’Italia, con i Nudist, che dalla Germania, con gli Heads.
Ecco che a chiudere il cerchio arriva l’ultimo lavoro dei Membrane, gruppo francese che sin dagli esordi attinge a piene mani dalle distorsioni di Helmet, Unsane ed Hammerhead; tuttavia, a differenza di quanto si poteva dire in passato, in questo ultimo full-legth il baricentro musicale viene totalmente sbilanciato verso un metal corrosivo. L’album sembra unire i Sofy Major, connazionali dei Membrane, ai nostri Lucertulas e si porta al limite di un post-hardcore asciutto e diretto fatto di bassi saturi e chitarre taglienti: il modo migliore per farsi un’idea è certamente l’ascolto di “Breath” o “Leaving a Trail”.
Si viaggia su queste coordinate fino a “Lonesome”, l’ultima malinconica e disperata traccia del disco, nella quale la voce del frontman Nico dopo aver cantato a squarciagola l’intero album cerca di creare una debole melodia, che viene però continuamente sopraffatta da un inarrestabile sludge metal.
Reflect Your Pain ci mostra un nuovo volto dei Membrane, un’estremizzazione della loro musica e della band stessa, che ne esce assolutamente vincente; un nuovo punto di partenza, un disco che grazie anche alla loro decennale esperienza apre prospettive allettanti per il futuro.
7.5