(Metal Blade Records, 2015)
1. No Cross Left Unturned
2. Epitome of Death
3. Beyond the Flesh
4. The Grotesque
5. Obliterate
6. Skulls
7. Midnight Coffin
8. Bonestorm
9. Abyss of Corpses
10. Re-Animation of the Dead
Ci eravamo lasciati nel 2013 con Raging Death, un album interessante che però non era riuscito a convincerci completamente per via di una certa piattezza ed una malcelata tendenza al plagio di quanto già proposto dai big del genere vent’anni orsono. Lungi dall’essersi scoraggiati, gli Entrails hanno continuato indefessi a percorrere la strada del metallo mortifero giungendo, assieme a primi caldi di maggio, ad una pubblicazione nuova di zecca intitolata Obliteration.
Dopo aver ascoltato un paio di tracce notiamo con somma soddisfazione come i Nostri siano riusciti a trovare il giusto equilibrio fra il tributare i mostri sacri del genere ed imprimere comunque un’impronta personale alla propria musica, riuscendo tra l’altro a migliorare la resa del sound grazie a una produzione più potente e cristallina, in grado di esaltare certi riff affilati e quel sound “motosega” tanto caro alla scuola svedese.
“No Cross Left Unturned” apre le danze con il cupo rintocco di campane che suonano “a morto”, un incipit funereo senza dubbio azzeccato che prelude alla successiva aggressione sonora a base di veloci riff graffianti e batteria incalzante in puro stile Entombed/Dismember. Segue “Epitome of Death”, brano dall’accennato taglio epico caratterizzato dalla presenza di una vena melodica non troppo marcata che riesce ad esaltare le atmosfere mortifere presenti al suo interno, ottenendo un risultato molto simile al tipico sound dei Bloodbath, in un tripudio di tempi medi rifinito da un refrain facilmente memorizzabile. “The Grotesque” si presenta invece oscura e maligna, galvanizzando l’ascoltatore con riff monolitici e scorribande in doppia cassa. Passato “Skulls”, brano dalla struttura death/thrash caratterizzato da un incedere cadenzato e riff graffianti, si conclude in bellezza la doppietta formata da “Abyss of Corpses” e “Re-Animation of the Dead”, pezzi 100% old school attraverso i quali la rodata formula dei Dismember rivive una ritrovata giovinezza: riff assassini si fanno largo in un alternarsi di mid ed up tempo e qualche ficcante stop ‘n’ go, il tutto accompagnato dal growling cupo ed infernale del singer Jocke Svensson.
Pare che gli Entrails abbiano imparato dai proprio errori, riuscendo finalmente a raggiungere una certa maturità espressiva e compositiva; non abbiate remore dunque, e tuffatevi subito nell’ascolto di Obliteration, preparandovi ad incontrare un’autentica carneficina sonora.
7.5