Tra le band che hanno esordito quest’anno, i Phantom Winter hanno dimostrato di essere tra le realtà più crude ed heavy del panorama europeo. Non potevamo dunque lasciarci scappare l’opportunità di intervistare l’ex Omega Massif Andreas Schmittfull.
Il sound dei Phantom Winter è oscuro e minaccioso. Le atmosfere epiche che caratterizzavano gli Omega Massif sono scomparse. Cosa è cambiato?
I brani dei Phantom Winter non sono delle colonne sonore, come potevano essere quelli degli Omega Massif. Ogni pezzo ha il suo significato intrinseco e i testi devono essere supportati da arrangiamenti che siano in linea col contenuto. Forse è questo il cambiamento!
La copertina richiama le creature di HP Lovecraft. I suoi racconti sono stati una fonte d’ispirazione?
Non saprei, non ho disegnato personalmente l’artwork. Oliver Hummel di Hummelgrafik.de ha creato per noi i mostri. Noi gli abbiamo detto che l’album si sarebbe chiamato “CVLT” e che sarebbe stato bello avere qualcosa come un nostro personale “Eddie”… poi gli abbiamo dato i nostri pezzi da ascoltare in corso d’opera. L’artwork è il risultato, e ci piace molto!
Lo scream feroce di Christian ricorda lo stile del cantante degli Amen Ra. La sua voce ha in qualche modo influenzato il songwriting?
Christian canta in growl, sono io ad urlare nelle parti più alte. Dato che curo io il songwriting non c’è una reale influenza.
I testi sono davvero affascinanti, penso in particolare a quello di “Svffer”. Chi li scrive?
Grazie! Scrivo io i testi.
Come siete arrivati alla definizione “winterdoom”?
È stato semplice. Non mi piacciono molto i confini che normalmente si pongono con i generi musicali. Perciò ho voluto creare il mio personale “genere”, per dare la possibilità a chiunque di sentire nella nostra musica qualsiasi cosa. Chiamalo doom, black metal o come ti pare: non m’importa. Per me è winterdoom. Per un altro potrebbe essere freejazzdoomfunksludgehardcorepunk. Sentitevi liberi di sentire voi stessi nella musica. Nel nostro caso, per i Phantom Winter la definizione “winterdoom” ci sembrava calzare a pennello.
Com’è lo stato di salute della scena underground tedesca?
Penso che abbia davvero dimensioni importanti, dato che al giorno d’oggi chiunque sia in grado di reggere una chitarra tra le mani ha la sua band. Internet e la possibilità di registrare a casa propria conferisce a chiunque nuove opportunità d’espressione. Penso sia una cosa buona. Ci sono poi un sacco di etichette indipendenti che supportano band valide.
Quest’estate suonerete a diversi festival. Come vi approcciate alla dimensione live?
Cerchiamo di divertirci il più possibile. Se andare in tour o far musica in genere diventasse un lavoro, ce ne tireremmo fuori.
Quali band hanno influenzato maggiormente il tuo stile musicale?
Le influenze arrivano da più parti, non potrei nominare singoli gruppi che mi hanno influenzato. Gli Omega Massif sicuramente sono stati una parte molto grande della mia vita per oltre nove anni. E forse, parlando non di una band ma di una persona, potrei citare Tom Warrior dei Celtic Frost. Ha sempre parlato, nelle sue interviste, del modo in cui lui pensa si debba suonare metal. Diceva che più della foga nel suonare, nel trattare con le corde e le percussioni, l’importante è essere emotivi e pieni di rabbia. Questa è sempre stata anche la mia filosofia.
Che musica ascolti abitualmente?
Ascolto un sacco di metal, di tutti i tipi, il punk rock e l’hardcore. Amo la bossa nova e il jazz, ma anche l’hip hop e l’elettronica. Penso che in quasi tutti i generi ci siano artisti interessanti e mi rifiuto di focalizzarmi su un solo genere. Così ci si perde un sacco di bella roba!
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