1. Human Obsolescence
2. Perfecting Slavery
3. Inanimate
4. Devouring the Essence of God
5. One Percent Incomplete
6. Loathed in Life / Praised in Death
7. By My Demons
8. Laborem Liberat Te
9. The Inevitable Return to Darkness
10. Night’s Blood (Dissection cover)
Formatisi nella soleggiata Los Angeles verso la metà del 2003, gli Abysmal Dawn sono sempre stati alfieri di un death metal moderno, compatto, caratterizzato da un buon livello tecnico, dando alle stampe tre album indubbiamente di buona fattura, ma che non erano mai riusciti a portarli alla ribalta. Giunti nell’autunno del 2014 ecco fare capolino l’ultimo arrivato, intitolato Obsolescence.
Ancora una volta la scrittura ruota attorno ad atmosfere sci-fi mescolate con occultismo e tematiche legate al decadimento dell’umanità. Per quanto riguarda il sound, risulta d’immediato riconoscimento il trademark della band, anche se in Obsolescence viene dato maggior spazio a trame più lente ed ariose e viene messo meno in evidenza il comparto tecnico. “Human Obsolescence” incarna al 100% i dettami del death metal moderno, barcamenandosi tra riff veloci, rapidi fraseggi chitarre/basso ed un drumming incalzante, piazzando poi al momento opportuno un rallentamento semi-melodico dalle tinte epiche che ricorda da vicino gli italiani Hour Of Penance per poi ripartire con una carica a testa bassa. “Inanimate” si dimostra maggiormente affine ad un sound old-school, attestandosi su ritmiche cadenzate e facendo largo uso di tempi medi; arrivati a “One Percent Incomplete” incapperemo nel brano più catchy del disco, caratterizzato da elevate velocità d’esecuzione , pattern tritaossa di chitarre e batteria sulla scia degli svedesi Aeon, che creano di fatto un pezzo di facile presa terminante in un maestoso guitar solo. “By My Demons” è indubbiamente la traccia più completa del platter: dopo una partenza lenta ed oscura, sfocia in un assalto in doppia cassa tra accelerazioni repentine e stop ‘n’ go alla nitroglicerina, mentre verso il finale compaiono alcuni intricati arabeschi chitarristici sapientemente utilizzati per spezzare la tensione. Segue “Laborem Liberat Te” brano dai forti connotati techno-death sul quale aleggia il fantasma dei Behemoth e che gode di un riuscito sposalizio tra riff granitici e solidi mid-tempos. La chiusura viene poi affidata alla cover di “Night’s Blood” dei maestri Dissection, un brano ripreso spesso e volentieri da tante band in ambito extreme metal: purtroppo in questo caso si tratta di un’interpretazione abbastanza insipida che scorre via rapida senza lasciare il segno. Charles Eliott, vocalist e fondatore della band assieme a Andy Nelson, riesce come sempre a conferire un valore aggiunto al disco, grazie ad un buon repertorio di stili vocali; peccato per quel costante senso di “già sentito” che affligge invece il comparto strumentale.
Obsolescence non può essere considerato un brutto disco, anzi, risulta ben confezionato e composto a dovere; ciò che lascia un po’ perplessi è che dopo undici anni, considerando la discreta carriera alle spalle, gli Abysmal Dawn non siano ancora riusciti a trovare una formula personale per risaltare tra la massa o, per lo meno, riuscire confezionare un disco maggiormente convincente.
6.5