(Metal Blade Records, 2012)
1. Still They Pray
2. The Glowing Hate
3. The Voice of the Accuser
4. I Wish You Death
5. Garden of Sin
6. Neptune the Mystic
7. Nothing Left to Destroy
8. Passage to Hell
9. Aeons Black
10. Dead Means Dead
11. Sacrificed
12. Aftermath
13. Blessed By the Priest
14. Maze of the Damned
15. Die By My Hands
Come recita il famoso detto? “Squadra che vince, non si cambia!”, ed è esattamente su questo che si basa la filosofia degli Aeon. Dal debut album Bleeding the False, uscito nel 2005 sotto Unique Leader, per arrivare fino ad oggi il combo svedese ha percorso imperterrito la propria strada proponendo sempre, di album in album, death metal di matrice americana puro e intransigente, senza mai variare una virgola o cercare di evolversi. Questa sorta di immobilismo è una costante abbastanza presente nell’universo del death metal: spesso si tratta di una scelta voluta, altre volte invece viene dettata da una crescente mancanza di ispirazione. Per quanto riguarda gli Aeon nello specifico, ci troviamo esattamente nel mezzo di queste due teorie.
Aeons Black è l’ennesima conferma di quanto scritto sopra. Figlio di un mix tra Deicide, Angelcorpse e i Kataklysm meno melodici, l’ultima fatica degli Aeon si presenta come un disco potente e immediato che “schiaffa” in faccia all’ascoltatore una raffica di quindici brani dalla durata media compresa tra i tre e i quattro minuti. Musicalmente parlando la prova dei nostri è ineccepibile, i suoni sono potenti e cristallini, come buoni sono anche gli arrangiamenti e il riffing portante di ogni singola canzone; decisamente degna di nota la prova vocale del frontman Tommy Dahlström, dotato di un ugola portentosa (e una buona presenza scenica in sede live, tra l’altro). La tracklist scorre via liscia, ma ciò non è solo una cosa positiva, perché purtroppo i brani non riescono mai a lasciare davvero il segno e difficilmente vi troverete a ripassare mentalmente qualche strofa. L’unica vera novità che distacca questo disco dai suoi predecessori è la presenza di ben quattro tracce strumentali, scelta opinabile senza ombra di dubbio ma che pare essere riuscita nell’intento di ammantare l’intero platter in un’atmosfera velatamente epica, già tentato nell’ultima traccia del precedente disco Path Of Fire. Nell’intero lotto proposto gli unici brani che risultano maggiormente coinvolgenti sono “I Wish You Death”, “Garden of Sin” e “Maze of the Damned”, nel quale riecheggiano malsane atmosfere infernali. Per concludere, spendiamo due parole sulle tematiche trattate dalla band: come facilmente immaginerete buttando un occhio ai titoli delle canzoni e alla copertina dei CD, i Nostri sono totalmente votati all’“Oscuro Signore” e portano avanti la loro crociata anti-cristiana in pieno stile Dark Funeral /Deicide. Non si tratta certo di una novità, all’interno del metal estremo, anche se nel caso degli Aeon, ritengo che gli svedesi siano diventati un po’ “stagnanti” e tentare una qualche variazione dopo tredici anni di onorata carriera non potrebbe che far loro bene.
Tirando le somme, non possiamo certo negare la bontà del disco in questione; peccato però che gli Aeon non abbiamo ancora trovato la forza per recidere definitivamente il cordone ombelicale che li unisce alle grandi band citate precedentemente, finendo inevitabilmente per essere oscurati dalla loro ombra. In ogni caso, li riteniamo promossi con una sufficienza abbondante, sperando che presto riescano a trovare la propria strada in modo da poter “decollare” una volta per tutte.
6.5