(Debemur Morti Productions, 2015)
1. Intro (Left Hand Path)
2. Nuns, Cunts and Darkness
3. The Apocalyptic Triumphator
4. Phallic Desecrator of Sacred Gates
5. Grand Luciferian Theophany
6. Those Below (Who Dwell in Hell)
7. Intro (Right Hand Path)
8. Congregation of Circumcised
9. Sado-Magical Portal
10. Light of Phosphorus
11. Profanator of the 1st Commandment
12. Funeral Pyre of Trinity
Gli Archgoat, attivi dal 1989, rientrano in quella ristretta ma allo stesso tempo florida nicchia del cosiddetto “war metal”, ovvero una mistura di black e death metal visti nella loro accezione più oscura e primordiale, sovente arricchita da inserti tipicamente thrash metal anni 80.
Giunti al terzo full-length, che arriva dopo una notevole serie di EP e split, il trio di Turku prosegue immutato nella sua dissacrante crociata anti-religiosa, inneggiando al demonio e a perversi rituali occulti a suon di black/death marcissimo e cupo, in alcuni momenti talmente oscuro e opprimente da rendere palpabili le sulfuree atmosfere infernali. The Apocalyptic Triumphator è un manifesto di puro odio e malvagità, orchestrato con sapienza in modo da esaltare la forza d’impatto e l’amalgama grezza completamente priva di orpelli tecnici o ritocchi plasticosi tipici di molte produzioni moderne: bastano pochi minuti d’ascolto per venire risucchiati all’interno di una fitta coltre di tenebre ed una belluina furia iconoclasta. Il cantato di Lord Angelslayer si mantiene costantemente su tonalità basse utilizzando spesso growl profondi, coadiuvati in diversi casi da lugubri cantilene. L’intro completamente strumentale sciorina le oscure parole di una invocazione demoniaca sulle note lente e funeree di un organo, subito dopo arriva “Nuns, Cunts and Darkness”, brano il cui titolo è tutto un programma; la batteria martellante in sottofondo a riffs abrasivi e massicci allestisce un’efficace danza tra mid ed up tempo, completata dai rintocchi di una campana che suona a morto. “Phallic Desecrator of Sacred Gates” è invece un brano tritaossa arricchito da influenze thrash metal, nel quale le chitarre fanno la parte del leone sciorinando passaggi rapidi e taglienti in pure stile black metal finnico à la Sargeist riducendo al minimo la componente death. Il vero pezzo forte è l’ottava “Congregation of Circumcised”, una traccia terremotante, incalzante, grondante rabbia esplosiva da ogni nota, nella quale viene messo in risalto il sound tipico degli Archgoat. La conclusione è affidata a “Funeral Pyre of Trinity”, un brano dall’inizio vagamente epico posto sulla scia di Behemoth ed ultimi Morbid Angel, costruito sulle solite ritmiche incalzanti e spezzato a più riprese da diabolici anatemi.
La scelta di produrre il disco soltanto in vinile è senz’altro discutibile, in ogni caso si tratta di una decisione oculata, studiata dalla band come ennesima manifestazione del voler mantenere pura ed intatta la propria natura underground e anche di “trve extreme metallers”, a discapito di una più facile diffusione del proprio materiale. A prescindere dalla sua forma non possiamo che lodare la sostanza di questo The Apocalyptic Triumphator, un album che renderà fieri anche i più esigenti tra i seguaci della fiamma nera.
7.5