(Nuclear Blast, 2013)
01. Unwelcome
02. Carve My Cross
03. Handbook For The Recently Deceased
04. Choking On Sand
05. Let Me Be The One
06. Sunglasses At Night
07. Martyred Or Mourning
08. No One Lies To The Dead
09. I Share In Shame
10. Scornstar
Gli Arsis sono un perfetto esempio di band dalla carriera bruciante: nati nel 2000 in Virginia, sono divenuti da gruppo pressoché sconosciuto ad affermata realtà nel panorama melodic-death metal mondiale nel giro di pochi anni, grazie alla pubblicazione di ottimi album e ad una costante attività live, sia attraverso piccoli tour che partecipando a grandi eventi e festival. Buona parte di questo successo è meritato, questo è innegabile, peccato che negli ultimi anni i Nostri abbiano deciso di adagiarsi sugli allori dando alle stampe album mediocri e sotto la media.
Dopo il non troppo convincente, seppur indubbiamente valido, Starve for the Devil i nostri si sono rimboccati le maniche e dopo tre anni si ripresentano con il nuovo arrivato Unwelcome; il disco è stato curato e pianificato con grande professionalità, a partire dall’aspetto prettamente estetico fino alla maniacale precisione con cui è stato prodotto e rifinito in ogni particolare. La titletrack, posta in apertura, è un brano complesso dall’alto impatto tecnico, caratterizzato da riff dissonanti e cambi di tempo machiavellici, fortunatamente dotato anche di un comparto melodico classico ed efficace spezzato da un guitar solo decisamente riuscito; la scelta di piazzare un brano così complesso e difficoltoso da assimilare subito in apertura del disco pare azzardata, infatti rischia di frastornare l’ascoltatore compromettendo poi l’ascolto delle tracce successive. Sulla falsa riga di “Unwelcome” troviamo “Handbook For The Recently Deceased”, dotata di una buona velocità e basata su dei riff tecno-death dal sapore novantiano rivisitati in chiave più moderna, e arricchita da alcuni break ruffiani che ne amplificano l’impatto. Molto più immediate e violente sono la seconda e la quinta traccia, che sfoggiano un wall of sound poderoso contornato da un drumming terremotante ed incalzante, senza che si smarrisca mai quell’aura melodica e moderna che caratterizza il suond degli Arsis. Ottime le impressioni suscitate dal pezzo migliore del disco “Choking On Sand“, che si avvicina maggiormente al primo periodo della band e ricorda in qualche modo i God Dethroned, con le sue ritmiche potenti e ariose allo stesso tempo mescolate ad intrecci chitarristici piuttosto immediati di tipica fattura melodic-death scandinavo; un altro ritorno al passato si ha con “Scornstar”, brano di chiusura piuttosto quadrato, dotato di una buona melodia ed impreziosito da alcune digressioni in territorio thrash-death à la The Crown. Se non fosse per un malcelato autocitazionismo e per la troppa freddezza di alcuni brani, potremmo dire che gli Arsis dei bei tempi andati siano nuovamente e finalmente tra noi, ma purtroppo le cose non stanno così.
Tirando le somme possiamo etichettare Unwelcome come un buon album, che non mancherà di soddisfare i fans più sfegatati del combo di Virginia Beach; peccato per quel sapore amaro che lascia in bocca a chi si aspettava qualcosa di più. Consci delle loro capacità, ci auguriamo che presto gli Arsis riescano a ritrovare la strada maestra tornado a proporre dischi del calibro di A Celebration of Guilt e United In Regret.
6.5