(Profound Lore records, 2014)
1. Brain Transplant
2. Absorbing Black Ignition
3. Wired Opposites
4. Worm Harvester
5. Frozen Planets
6. Orbital Gait
7. Bastard Planet
8. Labyrinth Constellation
9. Hormone’s Echo
10. Moon Funeral
Bisogna dirlo: Labyrinth Constellation è un album doloroso. Estremamente doloroso, sia per la mente che per le orecchie. Ma anche estremamente appagante, sia dal punto di vista dei suoni che della musica vera e propria. Gli Artificial Brain sfornano un disco particolare, che si discosta abbastanza da molti preconcetti della musica estrema (pur essendo perfettamente catalogabile nel sottogenere del technical death metal).
L’intero platter si presenta come un monolite nero di suono, di difficilissima intellegibilità. Dopo ripetuti ascolti, è possibile iniziare a penetrarne l’enorme matassa sonora. Il premio, per chi riesce ad andare oltre la cappa di fumo oleosa che circonda l’album, è un ascolto appagante, profondo e decisamente sfaccettato (pur rimanendo perfettamente all’interno dei canoni della musica estrema). È molto difficile un esame pezzo per pezzo, perché l’album fa dell’omogeneità e della compattezza uno dei suoi maggiori punti di forza. L’altro pregio è sicuramente il missaggio: i suoni sono terrificanti, opprimenti, claustrofobici. Ricordano vagamente i Meshuggah di I pur non essendo assolutamente asettici e mostrando una quantità di sporcizia sonora che certamente dona un tocco di classe al platter. Certamente un missaggio del genere non è per tutti, può non piacere, ma certamente la direzione artistica intrapresa dagli Artificial Brain è chiara e coerente. In certi punti possiamo notare molte somiglianze (sia stilistiche che sonore) con i Gorguts, nonostante il disco sia comunque stilisticamente molto originale.
Da come ne ho parlato fino ad ora, si può capire come questo disco mi abbia decisamente colpito in positivo. Ma anche le rose più belle hanno le loro spine, e Labirynth Constellation presenta due discreti difetti: primo fra tutti, l’eccessiva difficoltà d’ascolto del platter, che di sicuro richiede molti ascolti approfonditi per poter essere compreso. Va bene la complessità e la difficoltà d’approccio, ma questo disco esagera. Labyrinth Constellation è semplicemente troppo difficile, e troppo doloroso, per poter essere apprezzato dal pubblico “casual”. l’altro difetto del disco è la omogeneità della stesso. Non stiamo parlando di un album monocanzone, ma poco ci manca.
In conclusione, possiamo dire che Labyrinth Constellation è un grande album. Ogni ascolto porta a galla nuovi elementi, e si tratta sicuramente di un album estremamente longevo. Purtroppo, rimane anche uno degli album più difficili che mi siano passati sottomano, e mettersi ad ascoltarlo equivale ad un impegno non da poco.
7.5