(Solid State Records, 2013)
1. Provision
2. Treatment
3. Spirit Breaker
4. Count It All The Lost
5. Sincerity
6. Creative Captivity
7. Fault Line
8. Beauty In Tragedy
9. Animals
10. Echoes
11. The First Step
Ciuffi lunghi e piastrati, breakdown continui, corde vuote e minestra di sonorità sentite e risentite… Questi sono, purtroppo, i tratti distintivi del metalcore negli ultimi tempi. Fortunatamente gli August Burns Red riescono ancora a distaccarsi dalla massa, rispondendo con facce pulite e pettinature da bravi ragazzi, rimanendo innovativi in un contesto purtroppo spesso monotono. Arrivati al loro sesto full lenght, i ragazzi della Pennsylvania tornano con Rescue & Restore, uscito per la Solid State Records e portatore di una notevole innovazione, sul percorso già intrapreso con gli ultimi due album Constellations e Leveler, che li ha portati a raggiungere una sonorità personale ed assolutamente riconoscibile.
Se i primi album erano di stampo puramente metalcore, con riff di chitarra taglienti, batteria martellante, blast beats e doppia cassa velocissima, quest’ultimo è composto da pezzi studiati e complicati al punto giusto, nel songwriting si nota ancora una volta una matrice melodica e alternativa (che già si notava in “Internal Cannon”, di Leveler). L’accostamento a strumenti decisamente poco “metalcore” quali violini, violoncelli (suonati da Grant McFarland, batterista dei This or the Apocalypse), trombe, pianoforti e chitarre classiche, creano in brani come “Creative Captivity ” un mix di sonorità che rispecchia pienamente l’attuale livello di contaminazione degli August Burns Red; unite a liriche forti e coinvolgenti portano ad un risultato davvero emozionante, come nel caso di “Echoes”, caratterizzata da trascinanti sing-along. Il frontman Jake Luhrs fornisce una potenza devastante ad ogni canzone, alternando scream e potenti growl a parti quasi narrate, come in “Spirit Breaker” e “Beauty and Tragedy”; il comparto strumentale é un piacere per le orecchie, le chitarre di JB e Brent irrompono con riff, fraseggi articolati e assoli complessi, mentre la batteria di Matt Greiner risulta un ottimo contrappeso alle melodie della sei corde, spiccando fra di esse con ritmiche prorompenti e frenetiche. Il basso di Dustin, infine, si fa sentire molto bene, soprattutto in pezzi come “Treatment”, mentre la sua voce accompagna svariate volte quella di Jake con scream altissimi .
La capacità degli August Burns Red di sprigionare una potenza trascinante e coinvolgere emotivamente l’ascoltatore è sempre la stessa: brani come “Fault Line”, “Animals” e “Count it all as lost”, pur presentando breakdown devastanti e sonorità tipiche del genere, raggiungono vette precluse ai più. Questi ragazzi hanno ormai raggiunto una maturità artistica impressionante, Rescue & Restore è un lavoro notevole, caratterizzato da una registrazione impeccabile e da suoni incredibilmente ben definiti. Alcuni brani sono meglio riusciti di altri, ma la qualità media è decisamente alta: se volete godervi un po’ di sano (e non scontato) metalcore, questo è l’album giusto.
SuperKick (in collaborazione con Ale dei Farewell To Sin)
7.0