(Xtreem Music, 2014)
1. In the Beginning
2. God Like Redemption
3. World Shapers
4. Induced Mutation
5. The Oldest of Dilemmas
6. Watchers from Above
7. This Is the Way They Choose to Die
8. A Subtle Way to Eradicate Them
9. Silent War
10. And to the Stars Returned
Gli statunitensi Aurora Borealis sono una band che sin dagli esordi si è sempre mossa all’interno delle coordinate del death/black metal freddo e calcolatore, a volte spingendosi maggiormente verso i lidi death, altre volte maggiormente verso la fiamma nera, mantenendo sempre come punto di riferimento per testi ed artwork il cosmo, lo spazio e la mitologia legata ad antiche civiltà.
Giunti nel primo trimestre del 2014 i nostri hanno dato alle stampe il sesto album da studio, coronazione di una rispettabile carriera iniziata nel 1994 e quindi festeggiando “de facto” i vent’anni di attività; il neo arrivato Worldshapers, il cui artwork ricorderà a molti un vecchio capolavoro della fantascienza intitolato Stargate, si presenta al pubblico come un’opera completa e ben caratterizzata, che si basa su un death/black assimilabile ai Behemoth di metà carriera, con un occhio di riguardo verso il death tecnico e carismatico di Decapitated e Decrepit Birth, il tutto reso più freddo ed alieno grazie ad un impeccabile produzione nitida, dalle atmosfere rarefatte. “In the Beginning” è una breve intro dal mood cyber-futuristico che pare voler annunciare la discesa dei Transformers sul nostro pianeta; dopo tale preludio arriva “God Like Redemption”, un pezzo dal carattere esuberante, basato su riff dinamici blackeggianti e pattern di batteria terremotanti, con blast-beats sempre in primo piano e rasoiate in puro stile Marduk. Proseguendo la tracklist inizia ad orientarsi maggiormente verso il death metal: troviamo quindi la doppietta centrale formata da “Induced Mutation” e “The Oldest of Dilemmas”, le cui radici affondano profondamente nell’old-school death, tra mid tempos quadrati ad accelerazioni repentine che lasciano alla batteria la parte del leone. “This Is the Way They Choose to Die” mette maggiormente in mostra la preparazione tecnica degli Aurora Borealis con vorticose evoluzioni chitarristiche fuse magistralmente ad atmosfere creepy ed oscure à là Decrepitaph; infine, tra gli ultimi brani troveremo l’ottima “Silent War”, dal DNA 100% black/death classico, caratterizzata da passaggi graffianti con alcune incursioni in territori thrash metal, e la conclusiva “And to the Stars Returned”, che apre con un’inaspettata melodia sulla quale aleggia lo spettro dei Dark Tranquillity per poi scatenarsi in una cavalcata black metal dalle folli velocità assassine.
La saga mitologico-spaziale continua, gli Aurora Borealis paiono non accusare minimamente il passare degli anni continuando a produrre ottima musica, estrema e tecnica al punto giusto, tenendosi cari i propri fans più agguerriti e riuscendo sicuramente a conquistare qualche nuova leva. Pur non risultando eclatante o rivoluzionario Worldshapers risulta un lavoro ben confezionato, che non sfigurerà a confronto con le altre uscite death/black di quest’anno.
7.0