Motorpsycho > Motorpsycho

Con il loro trentunesimo full record, i Motorpsycho segnano un nuovo, ennesimo, punto di svolta della loro carriera: una rinascita simboleggiata dal nome dato al disco, che, in quanto omonimo del gruppo, rappresenta una dichiarazione d’intenti. Infatti si ribadisce che i Motorpsycho sono ufficialmente ridotti ai due membri storici: Bent Sæther e Hans Magnus Ryan.…

Sólstafir > Hin helga kvöl

In questa ricca annata musicale tornano anche i Sólstafir, progetto in grado di proporre nel passato un mix unico, personalissimo, di post-rock sgraziato condito da una certa spavalderia hard-rock e atmosfere le cui radici affondano negli stilemi tipicamente black metal ma contaminate da tutto ciò che di musicalmente magico sembra avvolgere l’Islanda. I più recenti…

The Smile > Cutouts

Il noto trio britannico Yorke/Greenwood/Skinner – le cui gesta sono già recentemente apparse su queste pagine virtuali con lo scorso Wall Of Eyes – continua un periodo particolarmente prolifico nella loro produzione musicale con la seconda uscita di quest’anno targata The Smile. Rispetto al predecessore la collezione di pezzi presenti è più spigolosa e rock-oriented,…

Ben Frost > Scope Neglect

Al ritorno dopo sei anni con un nuovo full length, Ben Frost, vero guru del dark ambient minimalista, non è mai stato in realtà inattivo. Negli ultimi anni la sua ricerca musicale si è infatti maggiormente focalizzata su colonne sonore di serie tv e documentari. Scope Neglect rischia di essere il disco più estremo e…

The Smashing Pumpkins > Aghori Mhori Mei

Considerando che le uscite a nome The Smashing Pumpkins degli ultimi vent’anni non brillano certamente per ispirazione e riuscita, è lecito tenere le aspettative particolarmente basse anche per l’inatteso Aghori Mhori Mei, nuovo capitolo della creatura di Billy Corgan. Forse anche per questo, dopo alcuni ascolti, ne risultiamo particolarmente sorpresi considerando che tra le mani…

The Smile > Wall Of Eyes

Che differenza c’è tra The Smile e i Radiohead? Ha senso avere in futuro un nuovo disco dei Radiohead o ormai l’evoluzione vira pesantemente nella direzione de The Smile, rendendo ormai inutile un nuovo lavoro dello storico combo britannico? Oppure The Smile è solo un progetto che attinge da un deposito musicale sterminato e ideato…

Oranssi Pazuzu > Muuntautuja

È stata mai composta una colonna sonora per un viaggio cosmico attraverso il vuoto tra le stelle? Se la risposta è affermativa, probabilmente stiamo parlando già di un altro disco degli Oranssi Pazuzu. Sempre più lanciati verso l’esplorazione degli orrori alieni che lasciano indelebilmente strati di follia nelle menti dei malcapitati che hanno la sfortuna…

Glass Beams > Mahal

Mahal è il secondo EP pubblicato dagli elusivi australiani Glass Beams che segue, in tutto e per tutto, l’EP di esordio Mirage (2021). Il trio spazia confortevolmente tra kraut, psichedelia, afrobeat, etno-music e rappresenta uno degli hype di quest’anno, coadiuvati anche da una cura dell’immagine e delle visual che colpisce e rende ancor più accattivante…

Sumac > The Healer

Ogni uscita del trio capitanato da Aaron Turner – tra i padri dei sempre troppo poco compianti Isis – e composto anche da Brian Cook e Nick Yacyshyn, sembra virare verso lidi sempre più musicalmente estremi, soprattutto per quanto riguarda accessibilità e composizione. Ricordando gli episodi precedenti targati Sumac, The Healer si muove verso una…

Shellac > To All Trains

Questa è forse una delle recensioni più ardue da dover scrivere quest’anno. L’improvvisa scomparsa di Steve Albini è una tragedia incommensurabile nel mondo dell’underground musicale, per milioni di motivi che non stiamo qui a elencare. Già milioni di condensatori da tastiera si sono caricati e scaricati per poter imprimere digitalmente i pregi e i difetti…

Daniela Pes > Spira

Lo sappiamo, arriviamo tardi. Colpa dell’autore di questo articolo che continua a procrastinare in modo patologico qualunque impegno recensivo musicale. Accantonando questo patetico mea culpa, sembra ad ogni modo altamente ingiusto non far conoscere ai lettori – se già non hanno avuto modo di farlo spulciando le classifiche di fine anno scorso, perdonate la sottostima…

Thou > Umbilical

Accantonate le collaborazioni con Emma Ruth Rundle e Mizmor, il sestetto sludge americano dei Thou torna con un nuovo full-length che non delude le aspettative e Umbilical dimostra di essere uno dei loro dischi più brutali. Mettiamo le mani avanti: chi segue il genere sludge-core potrebbe non essere particolarmente sorpreso dalle dieci composizioni del lotto,…

Pallbearer > Mind Burns Alive

Archiviato il trascurabile Forgotten Days (2020), i Pallbearer abbandonano quasi completamente gli ambienti doom per cercare di colpire con emotività senza necessariamente aver bisogno di distorsioni, calcando un po’ le orme di altre band come Katatonia, Anathema e, andando in senso più largo, Opeth. Ad ascoltare la prima traccia di Mind Burns Alive, “Where The…

Valerian Swing > Liminal

Ritornano anche gli italiani Valerian Swing a sette anni di distanza dal loro ultimo full-length. Liminal è un lavoro in cui pattern ritmici dub e jazz si alternano a melodie post-rock orchestralmente dirette da layer di synth e fiati “pesanti” a cura del noto Paolo Ranieri. Musicalmente vicino a certe derive post-electro-dub degli ultimi 65daysofstatic,…