(Nuclear Blast, 2014)
1. Gasmask Terror
2. Conjuring the Dead
3. In Death
4. Rex Tremendae Majestatis
5. Black Winged Torment
6. The Eyes
7. Legions of Destruction
8. Flesh, Bones and Blood
9. Lucifer, Take Her!
10. Pactum in Aeternum
Anno Domini 2014 (o in questo caso dovremmo dire anno sathanas?), superati i problemi di salute del frontman Helmuth gli austriaci Belphegor tornano in pista con grande stile, gettando in pasto al pubblico “extreme” un disco assai valido e pienamente in linea con la furia iconoclasta che solo i Nostri sanno scatenare.
“Gasmask Terror” si presenta come il tipico incipit esplosivo, partendo con un assalto death/black basato su riff portanti di scuola black metal svedese che colpiscono duro e riescono a scavarsi un passaggio fino all’anima dell’incauto ascoltatore, grazie a ritmiche dinamiche ma anche facilmente assimilabili, una combinazione non certo facile da ottenere. La title-track invece si sposta su coordinate maggiormente affini a Behemoth e Nile, sfoderando un sound stentoreo, epico, dal taglio tipicamente death metal, condito da ficcanti melodie luciferine; “Rex Tremendae Majestatis “ si apre con arpeggi pacati e cadenzati per poi via via aumentare d’intensità, in un crescendo di cacofonie diaboliche culminanti in feroci e granitici mid tempos ed assalti in doppia cassa. “Legions of Destruction” è il tipico brano “killer”, che con un tuffo nel passato ci riporta ai tempi di Lucifer Incestus e Pestapokalypse VI, pura violenza belluina che aggredisce frontalmente e non lascia spazio a soluzioni catchy, una vera mazzata nei denti. Per una conclusione degna di nota arriva la doppietta finale formata da “Lucifer, Take Her!”, dotata di ritmiche ipnotiche, una vera e propria litania infernale à la Dark Funeral con sfoggio di screaming devastante e “Pactum in Aeternum”, un brano disturbante ed oscuro con funzione opposta all’opener nel quale tutta l’energia esplosiva che fin’ora ci aveva accompagnati scema pian piano verso una diabolica sinfonia.
L’aver abbandonato certe soluzioni prettamente commerciali, come alcune melodie un po’ troppo zuccherose sentite in Walpurgis Rites – Hexenwahn o ancora peggio l’abuso di tastiere e trovate a là Dimmu Borgir come nel precedente Blood Magick Necromance, probabilmente l’unico mezzo fiasco della loro carriera, ha giovato senz’alcun dubbio ai Belphegor , tornati prepotentemente in pista pronti a reclamare il loro posto nel podio del death/black metal europeo, sicuri di spazzare via tutto e tutti. Un obiettivo raggiunto pienamente!
7.5