(Lost Pilgrim Records, 2015)
1. Old Grey
2. Witch Woman
3. Sand
4. Veneficae
5. Trees
6. Wolf Lord
Dalle fredde lande della Finlandia centrale arrivano i Boar. In giro da diversi anni, gli scandinavi giungono all’agognato primo full-length dopo split e produzioni minori grazie alla Lost Pilgrim Records, che lo distribuisce in formato vinilico e in digital download.
Dentro a Veneficae troviamo una sorta di variegato bignami dello stoner, del doom e della psichedelia degli ultimi quarant’anni. Si parte con la crudezza sludgy di “Old Grey”, che macina riff grumosi di matrice sabbathiana e un cantato tiratissimo. Si passa poi ai toni più psichedelici di “Witch Woman”, nella quale i Nostri giocano con il contrasto cantato pulito/sporco e aprono di più alle atmosfere dilatate. L’episodio più orecchiabile è “Trees”, una riuscita ballata dai toni cosmici e stonatissimi particolarmente apprezzabile. Il disco scorre bene ma non è completamente a fuoco: da una parte non convince la voce tirata poco inspirata e davvero troppo effettata, dall’altra la costante sensazione di dejà vu che ci si porta dietro per tutto l’ascolto.
Il lavoro non è da bocciare ma manca quel qualcosa che faccia emergere i Boar dal mare magnum di produzioni simili presenti sul mercato. Peccato.
6.0