(Victory Records, 2011)
1. Deathwish
2. We Spoke of Lies
3. A Grave To Blame
4. Dead But Dreaming
5. Creation Defaced
6. Dehumanized
7. Until I Feel Nothing
8. Never Forgive Me
9. Wretched Entropy
10. Curse My Name
Cosa dire che non sia già stato detto sui californiani Carnifex? Band ripetitiva ai limiti del ridicolo per i molti detrattori dell’ormai standardizzato deathcore ed interessante ibrido per altri, fatto appunto di deathcore, elementi di black metal scandinavo e brutal americano anni novanta. Bisogna ammetterlo: il disco d’esordio Dead in my Arms, datato 2007, non era affatto malvagio e vantava al suo interno autentici anthem per questo genere, come “Lie to my Face”, ma già dal secondo full length, la crisi di idee, condita da una serie infinita di breakdowns, era palese. Hell Chose Me riportò la band a livelli sicuramente più apprezzabili, anche se è necessario riconoscere che era molto difficile, se non addirittura impossibile, ripetersi dopo il pessimo The Diseased And The Poisoned.
Ma veniamo a noi: Until I Feel Nothing è in linea di massima un album che si rifà principalmente al suo predecessore. E’ ovvio che nelle sue fondamenta la miscela dei Carnifex continua ad essere costituita da breakdowns, sfuriate di doppia cassa triggerata all’inverosimile e un sound che cerca di ricreare (senza però raggiungere) le atmosfere dell’EP Doom dei Job for a Cowboy; tuttavia, quasi in linea con il disco d’esordio, la band vuole contaminare questo substrato, a volte duro alla digestione, con dei preziosismi in parte forzati, in parte godibili. Si possono quindi citare brani quali “Creation Defaced” o “Dehumanize”, dove gli spettri black metal, tanto cari ai nostri, si mischiano con assoluta prevedibilità ai cliché sopracitati . Canzoni come “A Grave to Blame”, ”Dead but Dreaming” e “Curse my Name” presentano invece brevi orchestrazioni che tanto ricordano i recenti Dimmu Borgir. Questo per dire come una cornice, per quanto graziosa, a ben poco possa servire se quello che il pittore cerca di rappresentare non convinca appieno o non venga percepito.
Until I Feel Nothing rappresenta quindi un prova che solo parzialmente riesce a colpire il bersaglio e che dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che il genere creato dagli ormai defunti Despised Icon, ben poco possa offrire se non sapientemente arricchito. In sostanza quest’ultimo parto discografico dei Carnifex non è del tutto cestinabile, ma che non riesce a oltrepassare dei livelli di appena sufficienza nonostante le buone, ma confuse, intenzioni della band.
6.0