(Autoproduzione, 2012)
1. Merged In Doom
2. Innocence Lost
3. Repulsive Tendencies
4. Psychotic Surgery
5. Decay And Pestilence
6. Guts Full Of Vermin
7. El Diablo
8. Valley Of Grotesque (Bonus Track)
Under A Pale Sun Cadavers Rot è il titolo del nuovo full-length dei Chainsaw, che esce a tre anni di distanza dal precedente Zombie Holocaust. Tutt’ora la band messicana non è sotto nessuna etichetta, dunque questo album, come il precedente, è totalmente autoprodotto.
I Chainsaw vogliono proporci un death metal potente, di impatto e che sia in grado di far esaltare l’ascoltatore: nella loro proposta sono riscontrabili influenze provenienti dal brutal death metal e anche qualcosa dal grindcore e dallo slam. L’album è molto compatto e ben strutturato, grazie a un buon mix di blast riff velocissimi e groove spezza collo carichi di violenza; in più, altro punto a loro favore, i riff non sono mai monotoni, non vengono mai mantenuti troppo a lungo e sono molto ben studiati e posizionati all’interno del brano. Senza alcun dubbio si possono fare i complimenti al chitarrista per la sua abilità compositiva e ovviamente anche per la perfetta esecuzione, fondamentale visto che il suo è l’unico strumento a corde della band. Da notare anche l’ottimo lavoro del batterista, che riesce ad entrare in perfetta sintonia con la chitarra esaltando ancora di più le melodie e i pestoni classici della band, mettendo in mostra una precisione e una velocità stupefacenti. Se però vogliamo parlare dei pattern meglio riusciti di Under A Pale Sun Cadavers Rot sono sicuramente quelli vocali, gestiti non solo dal cantante, ma bensì da tutto il trio, che variano da growl bassi e profondi a scream malati, fino ad arrivare a dei pig squeal alti e taglienti che si sposano alla perfezione con i riff proposti dalla band. Under A Pale Sun Cadavers Rot è un album in grado di catturare i fan del genere attraverso la sua aggressività e la sua potenza, è un vero e proprio pugno in faccia che arriva subito al dunque, senza mai lasciare fiato all’ascoltatore, mantenendosi alla larga da assoli o melodie più “soft”.
In conclusione, abbiamo davvero apprezzato questo nuovo disco dei Chainsaw, anche se non possiamo dire che siano unici nel loro genere o che non ci sia niente che non si possa migliorare, ma sicuramente i messicani hanno la grande dote, che non tutti possono vantare, di riuscire ad esprimere il loro intento alla perfezione. Oltretutto è da sottolineare la produzione che, nonostante sia stata curata dalla band stessa, presenta una buona regolazione dei suoni, con dei riff di chitarra ben scanditi che non si perdono o mescolano con altri suoni, mentre la batteria non sovrasta gli altri strumenti e la voce è ben registrata. Auguriamo quindi ai Chainsaw di trovare presto un’etichetta che gli conceda i mezzi di poter esprimere le proprie qualità ad alti livelli.
6.5