(Satanath Records, 2015)
1. The Quantum Rapture
2. In the Womb of Chaos
3. Portal to the Oneiric
4. The Arrival of Saturn
5. Suspended over the Abyss
6. Evoking a Dead Sun
7. Sulphur
8. Neux Ex Machina
9. The First Incarnation
10. A Balance of Opposites
11. Emerald Vision
12. Red Pulvis Solaris
13. Enantiodromia
Entheogen è il titolo della seconda fatica dei Corpse Garden, formazione dedita al death metal proveniente dal Costa Rica; di primo acchito verrà automaticamente da pensare ad un death metal brutale e marcio, visto il trend dominante nei paesi dell’America Latina, ed invece, questa volta, ci troveremo a fare i conti con qualcosa di imprevisto, inimmaginabile e dannatamente tenebroso.
Sono passati all’incirca tre anni dall’uscita del debut album Burnt by the Light eppure immergendoci nell’ascolto della nuova opera si avrà l’impressione che ne siano passati almeno il doppio. I Nostri avevano infatti esordito con un death metal solido, piuttosto classico e debitore alla scuola americana moderna, ma ora sembrano aver trovato la propria dimensione all’interno di coordinate in parte differenti, prediligendo atmosfere sinistre e luciferine e dando grande spazio alle composizioni medio-lunghe.
Visto che si parla di un disco death colpisce la presenza di ben tredici tracce per una durata complessiva di un’ora e due minuti, una caratteristica decisamente fuori dal comune che trova giustificazione nell’aver voluto imbastire un’opera complessa entro la quale i Corpse Garden si sbizzarrisco a spaziare tra le principali correnti del death metal. “The Quantum Rapture” apre le danze con un incipit ritualistico, esplodendo poi in una cavalcata incalzante pura ed incontaminata in pieno stile Deicide con una spruzzata di primi Morbid Angel, con un basso bombastico quasi troppo esaltato, sempre in primissimo piano, concentrato a picchiare duro assieme ad un drumming tanto dinamico quanto forsennato. “Portal to the Oneiric”, decisamente più lungo dei primi due pezzi, opta per ritmiche cadenzate ed una solida struttura imperniata sui tempi medi, arricchito da un paio di guitar solos squisitamente old-school; giunti a “Suspended over the Abyss” sbatteremo letteralmente la faccia contro la nuova anima malvagia della band e verremo rapiti da certe ritmiche maligne e vorticose che ci trascineranno all’interno di un abisso oscuro. Il disco continua su queste coordinate arrivando addirittura a scomodare un paragone con i Death nella dissonante “Sulphur”. Per finire è doveroso menzionare l’ottima “Red Pulvis Solaris”, uno dei migliori brani del lotto, caratterizzato da quel sound 100% death metal con riff assassini à la Vital Remains e doppia cassa martellante che aggredisce l’ascoltatore senza pietà, il tutto magistralmente rifinito dal buon growling del singer Felipe Tencio, scolastico se vogliamo, ma dotato di un buon carisma ed espressività.
Entheogen è un disco abbastanza ostico che richiederà svariati ascolti per essere compreso appieno: sicuramente si tratta di un’opera valida, peccato che l’eccessiva prolissità e quell’onnipresente basso ipervitaminizzato risultino tanto un punto di forza, dato che sono entrambe caratteristiche che distinguono i Corpse Garden dalla massa, quanto una debolezza, dato che tende presto a stancare l’ascoltatore. Il voto finale sarebbe stato sicuramente di un mezzo punto più alto se queste due caratteristiche fossero state dosate con maggior perizia.
7.0