1. Black Canvas
2. Mirrors
3. Orbits
4. The Eyes Of Regret
5. Draining Sun
6. Red Desert Lullaby
7. The Withered
8. Commiserat
La necessità di esplorare nuovi territori ha spinto 4/5 dei componenti degli Incoming Cerebral Overdrive a fondare un nuovo gruppo di nome Deaf Eyes. La proposta si discosta molto da quella del gruppo madre, essendo in questo caso un post metal strumentale fortemente d’impatto.
Fin dall’opener “Black Canvas” si capisce che non c’è spazio per momenti di quiete: riff dopo riff i nostri ci fanno scuotere furiosamente il capo. I tempi difficilmente rallentano e la durata dei brani non supera i cinque minuti. Tutto questo giova al lavoro, donandogli freschezza e immediatezza. Non mancano interessanti aperture melodiche, come nella riuscita “Orbits”, che personalmente eleggo a brano più riuscito del disco. Il suono nonostante sia sempre saturo e colmo di feedback risulta sempre definito: incredibile come le linee di basso escano così corpose nonostante il wall of sound delle chitarre. Questo grazie all’ottimo lavoro in sede di mastering fatto da Paso (vero Re Mida della musica heavy) al suo Studio 73. Sicuramente però i riferimenti a mostri sacri come Pelican e Russian Circles sono evidenti, e i ragazzi di Pistoia dovranno trovare una loro strada che faccia spiccare ulteriormente il carattere che già traspare dalle loro canzoni.
Nell’insieme Deaf Eyes, per quanto sia un album estremamente di genere, riesce grazie alla sua irruenza a farsi spazio e a posizionarsi tra i nomi di punta del made in Italy, non troppo distante da gente come gli Ornaments. Attendo con ansia di vederli live.
7.0