I Defeated Sanity sembrano non volersi mai accontentare dei risultati ottenuti e per questo motivo si sono sempre dati da fare per migliorare e crescere come affermata realtà extreme-metal. In occasione del recente tour europeo, con unica data italiana presso il Sidro Club di Savignano Sul Rubicone, abbiamo intercettato i ragazzi del combo tedesco bombardandoli con domande a 360° per soddisfare la sete di conoscenza di tutti voi cari lettori, e il buon Jacob si è gentilmente offerto di adempiere questo compito.
Salve ragazzi, benvenuti si GOTR!
Qui Jacob dei Defeated Sanity!
Dalla formazione ad oggi sono passati ben diciannove anni, quali ritenete siano stati i principali cambiamenti avvenuti da allora?
Il nostro sound è costantemente in fase di sviluppo e di modifica: quando il progetto Defeated Sanity era ancora agli albori ed io non ero parte della band, suonavamo old-school death metal con influenze doom, dopo di che abbiamo cominciato a muoverci verso lidi più moderni e progressivi. Il primo album è stato pubblicato circa dieci anni dopo la fondazione della band perché Lille aveva voluto attendere finché non fosse stato trovato uno stile unico, piuttosto che farsi un nome con qualcosa di cui lui non era soddisfatto al 100%.
Potendo “tornare indietro nel tempo” ci sarebbe qualcosa che cambiereste?
No, tutto ciò che è accaduto probabilmente è successo per una ragione, e io non sono una persona nostalgica, quindi preferisco guardare il presente ed il futuro piuttosto del passato. Naturalmente posso parlare solo per il tempo che ho passato nei Defeated Sanity, ovvero dal 2005 in avanti.
La vostra musica viene etichettata come Technical Brutal-Death Metal dalle tinte progressive, vi sentite in linea con questa descrizione o ritenete sia troppo semplificativa?
Si è così, ma come sempre un genere risulta intrinsecamente una semplificazione, altrimenti dovrebbe essere chiamato [N.d.R.: testuali parole] “brutal and technically demanding US- style death metal with influences from prog and jazz, with breakdowns and oldschool melodies” e perfino in questo caso si tratterebbe di una semplificazione.
A differenza di alcune nuove leve votate totalmente alla fredda tecnica “priva di anima” la vostra musica riesce a risultare violenta e brutale seppure piuttosto articola e complessa. Qual è il segreto che si cela dietro alla stesura di un vostro brano?
Cerchiamo di rendere il processo il più naturale possibile. Realizziamo i brani durante le sessioni di prova, cerchiamo di evitare tabulazioni chitarristiche perché possono comportare un limite nell’interazione effettiva tra i membri, inoltre cerchiamo di utilizzare i punti di forza di ogni singolo individuo mantenendo le qualità “umane” anche quando ci si impegna nella ricerca della perfezione. Non usiamo nemmeno trigger (tranne nella grancassa) o un sacco di altri effetti e correzioni in studio, cerchiamo di mantenere il sound più “reale” possibile.
L’ultimo album uscito, Passages into Deformity, è stato accolto molto positivamente dalla critica, siete soddisfatti dei risultati?
Sicuramente. Come sempre le cose potevano andar meglio e questa versione del disco non era certamente impeccabile, è naturale, ma noi ci siamo abituati… [ride, NdR] In definitiva c’è stata un’ottima accoglienza globale!
Ho notato che sin dai tempi di Psalms avete sempre usato tratti vocali distintivi (soprattutto AJ Magana) puntando sul growl gutturale, spesso associato a canzoni groovy, elementi che mancavano nelle prime pubblicazioni. È solo una coincidenza o si tratta di citazioni rivolte alla corrente “slam”, che sembra essere tanto amata in Germania?
Noi amiamo lo slam, soprattutto il vecchio materiale di Devourment, Internal Bleeding, Dehumanized, etc, e sicuramente ci ha influenzato parecchio. Lille ha voluto provare ad intraprendere una direzione maggiormente orientata al sound “moderno” rispetto a quanto proposto in Prelude To Tragedy, questo accadde quanto Christian ed io entrammo a far parte della band. E’ divertente vedere come ciò che risultava moderno nel 2005 ora sembri totalmente old-school, a vedere la strada intrapresa da allora da brutal death e slam.
State lavorando a qualche nuova pubblicazione?
Certamente, stiamo lavorando sodo! Attualmente siamo in fase di creazione di un nuovo concept album e abbiamo già scritto una buona metà delle canzoni che ne faranno parte.
Siete stati in tour con Vomitous e Putridity, vi è piaciuta tale esperienza? Visto che siamo una webzine italiana, avete qualche curiosità da raccontare riguardo quei “ragazzacci” dei Putridity?
Conosciamo i ragazzi dei Putridity da svariati anni e come sempre pensiamo siano ottimi compagni di tour, persone simpatiche e divertenti ma anche una band dall’impatto massiccio e devastante una volta salita sul palco, cosa molto importante per noi. Non ci piace l’idea di andare in tour con band merdose, preferiamo avere un pacchetto ben costituito formato da realtà che posseggano buone qualità individuali in modo da offrire agli spettatori uno show di alta caratura in tutta la sua completezza.
Per quanto riguarda la composizione dei brani, avete una sorta di “Mastermind” che si occupa di tutto, oppure ognuno di voi contribuisce in egual misura nella creazione della vostra musica?
Naturalmente Lille è sempre stato il compositore principale, e scrive ancora la maggior parte delle canzoni. Egli è il “mastercrafter” dei Defeated Sanity , e anche se io e Christian diamo il nostro contributo con riff e idee nostre è lui che mette tutto insieme. Ha studiato come musicista quindi sa come arrangiare la musica al meglio.
Quando non siete occupati a provare o a comporre nuovo materiale come passate il vostro tempo libero, in pratica qual’ è la giornata tipo dei Defeated Sanity?
Si tratta di un ciclo che si ripete in continuazione, scrivere pezzi, provare, registrare, andare in tour e scrivere nuovamente. Normalmente non smettiamo di occuparci della band per più di due settimane quando non siamo impegnati in tour, inoltre tutte noi abbiamo anche un lavoro, delle fidanzate, io ho dei cani. Sono un fanatico del suono e passo un sacco di tempo ad occuparmi di questioni tecniche e sonore, quindi difficilmente rimangono spazio o tempo per dedicarsi ad altri hobby.
Oggigiorno il formato digitale ha permesso una maggiore e più semplice diffusione della musica tra i giovani ed in generale al grande pubblico, grazie a strumenti come iTunes oppure Spotify; come vi rapportate con questi nuovi mezzi di diffusione?
Penso che alcune di queste piattaforme, come iTunes e Bandcamp, siano buoni mezzi di diffusione, dato che offrono un adeguato compenso agli artisti ed al giorno d’oggi risulta più semplice vendere musica digitale piuttosto che una copia fisica su CD. Spotify d’altro canto non paga nemmeno un centesimo, e la mia modesta opinione a riguardo è che sia un mucchio di merda, un vero schiaffo in faccia per tutti i musicisti. Noi abbiamo provato a ritirare il nostro materiale da tale sito, ma i nostri distributori non ce l’hanno permesso. Poi esiste anche il fenomeno del download illegale e Youtube, se una persona utilizzasse questi mezzi (anche Spotify) per scoprire nuova musica e poi acquistarla in modo onesto in caso si fosse apprezzato quanto ascoltato allora sarebbe una cosa figa. Purtroppo molte persone abusano di queste situazioni, facendo di tutto per risparmiare fino all’ultimo centesimo, senza pensare al danno arrecato alle loro band preferite. Personalmente preferisco i CD, dato che sono cresciuto con essi, per essere precisi sono cresciuto anche con le vecchie cassette ma ovviamente la qualità sonora risultava nettamente inferiore a quella dei CD. Come già detto non sono una persona nostalgica o all’antica e ho abbandonato il mio amore per le cassette tempo orsono. Ho qualche LP ma la maggior parte degli album facenti parte della mia collezione sono su CD. Ho comprato qualche album Jazz su iTunes, perché non riuscivo a reperirli in formato CD, ma non ho gradito il senso di insoddisfazione provato nell’avere dei files su hard disk piuttosto che un supporto reale/materiale.
Siamo giunti alla battute finali, a voi la parola per salutare i nostri lettori.
Bene, grazie per l’intervista. Anche se siamo passati solo poco tempo fa, sono sicuro che presto ci ritroveremo da qualche parte in giro per l’Italia. Grazie per il sostegno e teneteci sempre d’occhio!