(Hells Headbangers Records, 2013)
1.Intro: Breath Of Tehom
2.An Extension Of The Void
3.Almighty Arcanum
4.He Who Conquers All
5.The Deceiver
6.Drakon: All Is One
7.Circle Of Serpents
8.Darkness Manifest
9.The Redeemer
Dopo il promettente World Cremation, era tanta l’attesa creatasi attorno ai Denouncement Pyre, band dedita a un black/death metal oltranzista e puro al 100%. Il trio australiano, che della formazione originale conserva solo il cantante, non si è mai adagiato sugli allori e dopo due anni di intenso lavoro ha dato alle stampe il secondo full length intitolato Almighty Arcanum.
Dando un primo sguardo all’artwork di questo disco, capiamo subito di avere per le mani un’opera curata, dal pulsante cuore oscuro ed infernale. L’intro “Breath of Tehom” trasporta l’ascoltatore nei meandri di una putrida e mefitica cripta sotterranea dove vengono compiuti rituali antichi dedicati a demoni e divinità innominabili. È proprio questa l’idea che viene trasmessa in nemmeno due minuti di effetti sonori, su una base formata da un spettrale e continua litania, che sfocia nella partenza repentina di “An Extension Of The Void”, un brano completo e poliedrico che mescola parti veloci e incalzanti ad altre più lente ed evocative, arricchite da alcuni guitar solos degni di nota, retto da una struttura portante prettamente black metal sulla quale sono stati innestati svariati spunti di matrice old-school death metal. Questa sapiente miscela di stili, unita ad un songwriting maturo e variegato, rendono questo disco un candidato ideale per la top-ten dei dischi estremi del 2013. Proseguendo nell’ascolto di questa piccola perla ci si imbatte nelle feroci “Almighty Arcanum” e “Circle of Sperpens”, che si alternano ad altri brani più marziali e “diabolici” come “He Who Conquers All” e “Darkness Manifest”. Interessante anche la strumentale “Drakon: All Is One”, brano tanto breve quanto azzeccato, che si occupa di mantenere viva l’atmosfera morbosa e tenebrosa anticipata nell’introduzione; la conclusione è affidata all’ottima “The Redeemer”, saldamente legata a quel “true norwegian black metal” tanto caro agli appassionati ma ovviamente arricchita dalle solite incursioni in campo death. Analizzando a fondo il disco nella sua interezza ,non potrà sfuggire alle orecchie degli ascoltatori più scafati come la parte black prenda spesso il sopravvento su quella death: naturalmente tale scelta è stata ponderata e voluta dalla band, con un risultato decisamente ottimo.
Almighty Arcanum ha mantenuto in toto ogni promessa, centrando in pieno il bersaglio; guidati da una vena ispiratrice decisamente fiorente i Denouncement Pyre hanno saputo dar vita a un disco veramente interessante, dotato di un carisma a dir poco magnetico! Grazie a loro, la terra dei canguri si arricchisce di una nuova perla del metal estremo che va a unirsi a Destroyer 666 e Gospel Of the Horns. Che dire di più? Promossi a pieni voti con tanto di cappello!
8.0